Il parroco, Don Tonino, esorta i fedeli al rispetto della casa del Signore.
Il galateo del fedele: esiste? In passato – forse- quando, per le nostre nonne, comportarsi bene in chiesa era espressione della fede che abbiamo ma oggi il bon ton nella casa del Signore pare proprio che sia andato perduto e come sempre più spesso capita di assistere, in chiesa c’è anche chi, invece di ascoltare la Santa Messa risponde al cellulare. Scene insolenti alle quali però si può trovare talvolta un rimedio. Per esempio? “Il Signore comunica con te in tanti modi ma in questo luogo certamente non ti raggiungerà al cellulare! Per cui puoi anche spegnerlo”. E’ il monito espresso attraverso un manifestino che già da un pò di tempo si trova affisso sulla porta dell’Immacolata di Scario dove, il parroco, Don Tonino Cetrangolo, esasperato da comportamenti passati irriguardosi, ha cercato, in maniera soft, di lasciare un messaggio a coloro i quali entrano in chiesa con il telefonino acceso con tanto di suoneria incorporata. Un messaggio – ha detto Don Tonino- per educare le persone al rispetto di un ambiente. L’atto di lasciare acceso il cellulare in chiesa, era infatti diventato quasi un’abitudine -confessa il sacerdote- tant’è che un giorno, dai banchi, partì addirittura una conversazione in viva voce, tra una turista e il suo interlocutore. E’ stato in quel momento – a detta del parroco- e alla risposta che diede pubblicamente il marito della signora, adoperando l’espressione “noi siamo professionisti e dobbiamo essere reperibili”; fu allora, all’indomani di quel imbarazzante episodio, che prima di entrare nella parrocchia di Scario, ora si legge la fatidica frase che esorta alle buone maniere. Secondo il parroco oggi ci sarebbe troppa superficialità, una scarsa percezione delle cose che darebbe facoltà alle persone di pensare di poter fare quello che si vuole, sempre, anche in chiesa. Bisognerebbe invece essere convinti del fatto che se ti trovi nella casa del Signore è per parlare con Lui, il quale comunica con noi, sì.. ma dritto al cuore.
Caterina Guzzo