Condannato a dieci anni di carcere Moukhtar Rihai, il tunisino che il 23maggio dello scorso anno, a Castellabate, uccise con nove coltellate il pescatore 60enne Giuseppe Niglio perché ritenuto responsabile di aver abusato sessualmente della figlia minore. La sentenza è stata emessa, ieri pomeriggio, dopo un’ora e mezza di camera di consiglio al termine del processo conb rito abbreviato; il Giudice monocratico, Donatella Bove, presso il Tribunale di Vallo della Lucania ha “riconosciuto la prevalenza delle attenuanti generiche nelle contestate aggravanti”. In sostanza, non è stata accolta la tesi della provocazione sostenuta dai legali della Difesa è stata, invece, riconosciuta, invece, la premeditazione; tuttavia le motivazioni saranno depositate entro novanta giorni. Il pm Alfredo Greco, che ha condotto l’inchiesta aveva richiesto per l’assassino, nella precedente udienza, una pena pari a sei anni ed un mese di reclusione, il giudice, sulla base degli elementi raccolti ha ritenuto di applicare una condanna più consistente. L’omicidio di Giuseppe Niglio, ad opera di Rihai, avvenne a seguito di un tentativo di violenza sessuale di Niglio ai danni della figlia minorenne del tunisino che, la mattina del 23 maggio scorso, aveva accettato un passaggio in auto dal pesactore 60enne per arrivare in orario a scuola, a Vallo Scalo. Il marocchino, intese, vendicare il gesto del pescatore con il sangue. Raggiunse il pensionato nella piazzetta di Santa Maria di Castellabbate e lì lo colpì a morte.
Roberta Cosentino