“Il Regno dei cieli è dei giusti.” Così il vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro, mons. Antonio De Luca, ha esordito nell’omelia durante i funerali del maresciallo della Guardia Costiera Francesco Cetrola, tenutisi ieri nella Chiesa madre di Santa Marina. Il presule ha avuto parole di conforto per i cari del giovane mettendo in evidenza quanto in lui che è morto nel compimento del proprio dovere, che si dedicava agli altri con opere di volontariato, che conduceva una vita sobria e pulita, quell’essenza di “giusto” fosse più che evidente. “Il compito di tutti è vivere la vita che ci è stata data con impegno e sacrificio” ha detto ancora il vescovo, facendo capire che Francesco in questo è stato un esempio, che la sua breve e semplice vita ha avuto quel senso che tutti oggi si affannano a cercare.. Tanti sospiri e lacrime hanno echeggiato tra le mura della Chiesa di Santa Marina. Tutto il paese conosceva Francesco e la sua famiglia e quel lutto, vissuto nel cuore, si vedeva in ogni volto, che fosse stato vicino o lontano a lui in questa vita, in ogni manifestazione, in quel silenzio che riempiva la Chiesa e anche la Piazza Umberto I dove era stato allestito il maxischermo. Un silenzio tanto più esplosivo se si pensa alle numerose persone giunte a dare l’estremo saluto a Francesco Cetrola, tutta Santa Marina, ma anche gente dai paesi vicini, chi lo conosceva e chi era semplicemente rimasto colpito dalla tragedia di Genova. E poi tutte le autorità in prima fila. Il picchetto d’onore dei suoi colleghi della Capitaneria di Porto, gli ufficiali in alta uniforme arrivati anche da Salerno e da Napoli, i politici, i sindaci, il Presidente della Provincia Iannone, l’assessore Pierro, e l’ex senatore Alfonso Andria. C’è chi tra la gente mormorava che tutto questo clamore a Francesco, persona riservata e di poche parole, forse non sarebbe piaciuto, ma di certo è ciò che ha meritato, il tributo necessario ad una vita spesa per gli altri, ad una normalità trasformatasi in eroismo. Ma ciò che ha colpito di più sono state le testimonianze degli amici di famiglia che hanno preso la parola dando voce all’impressionante fatalità di cui è rimasto vittima. Come la madrina che con un brivido ha ricordato l’ultima volta che ha visto Francesco o come un amico che con una lettera toccante ha reso omaggio al giovane maresciallo. Un lungo applauso ha poi accolto il feretro portato a spalla all’uscita dalla Chiesa. Santa Marina è rimasta muta, attorno al dolore di una madre, ricordando, come si legge nella preghiera dei marittimi defunti, quel giovane che ha vissuto la nostalgia di casa e il distacco dei propri affetti e ha operato non spinto da vanità o da bramosia di gloria ma solo da obbedienza al proprio dovere.
Daria Scarpitta