Proseguono senza sosta e con il massimo riserbo le indagini avviate dopo il ritrovamento, di un ordigno ad altissimo potenziale sotto un cavalcavia dell’autostrada A3 Salerno Reggio Calabria, nel tratto che attraversa il comune di Casalbuono. Sull’episodio, che ha i connotati di un vero e proprio atto intimidatorio, stanno investigando non solo i carabinieri della Compagnia di Sala Consilina con il coordinamento della locale Procura della Repubblica, ma anche gli uomini della Direzione Distrettuale Antimafia. La bomba, collocata all’altezza del chilometro 119, era stata realizzata artigianalmente, ma quasi certamente da mani esperte; a notare il congegno esplosivo, venerdì sera, erano stati alcuni operai impegnati in un cantiere a ridosso del viadotto autostradale . Stavano per chiudere i cancelli quando hanno notato qualcosa che li ha insospettiti. Hanno fatto scattare subito l’allarme, tanto che nel giro di pochi minuti il posto è stato cinturato dalle forze dell’ordine. Accertati i fatti sono intervenuti anche gli artificieri che hanno provveduto alle operazioni di brillamento del congegno realizzato con una bombola di gpl per uso domestico e un notevole quantitativo di tritolo. In prossimità dell’ordigno, pare fosse stato collocato anche un biglietto, del quale però non è stato reso noto il contenuto. Da indiscrezioni, sembrerebbe che il biglietto contenesse intimidazioni e minacce, ma non è dato di sapere nei confronti di chi. I bombaroli, infatti, non sarebbero riusciti a portare a termine il piano dal momento che sarebbero stati notati proprio dagli operai a lavoro in prossimità del nuovo tracciato autostradale. I presunti attentatori sarebbero giunti a bordo di un’auto e avrebbero iniziato a posizionare la “bomba”, ignorando la presenza nella cava del proprietario e di alcuni dipendenti attardatisi, nel cantiere, per sbrigare le ultime faccende della giornata. I “bombaroli” avrebbero, così, solo in un secondo momento, notato i movimenti all’interno della cava, pare proprio mentre stavano sistemando l’ordigno. Di qui si sarebbero dati alla fuga lasciando la bombola di gas con il tritolo lungo la strada, come pure la miccia e il detonatore.
Roberta Cosentino