Mamma e spacciatrice. Sono state le intercettazioni telefoniche relative all’operazione antidroga che ha avuto luogo lunedì mattina all’alba tra Capaccio ed Agropoli, a far emergere la duplicità di questa figura, che ammonisce e organizza i figli come farebbe qualsiasi madre, solo che qui in ballo c’è un giro di droga. E’ così che Carmela Lambiase, 57 enne, originaria di Torino ma residente a Capaccio, viene beccata dagli inquirenti in più di un’occasione a rimproverare il figlio 31enne Manuel Femia della gestione dei soldi. E’ lei che gli dice come contrattare con il proprio rifornitore Paolo De Martino di Montecorvino Rovella e spesso lo accompagna pure a prenderla, lei è il punto di riferimento quando il figlio ha difficoltà a reperire la droga. In una telefonata Manuel le dice infatti di portare i “panini”, cioè l’hashish, da Torino perché giù “ci sono dei problemi”. Ed è sempre lei a rimproverarlo perché ha troppi debiti, perché non si capisce che ne faccia dei soldi, perchè non ha restituito il denaro che doveva alla nonna o al fratello Luca. Nell’operazione portata a termine dalla Compagnia dei Carabinieri di Agropoli, al comando del capitano Annicchiarico, è emerso anche questo vero e proprio affaire di famiglia, dove nel giro era invischiato anche Luca Femia, l’altro figlio di Carmela, già beccato precedentemente dai militari per droga e finito in carcere. E’ proprio da dietro le sbarre che il giovane continua ad agire dirottando i propri clienti al fratello ancora fuori. Insomma ci sono questi e altri particolari emersi dalle intercettazioni, dai pedinamenti e dalle altre tecniche messe in campo dai Carabinieri in due anni di lavoro per sgominare questo giro, dopo un mese da un’altra operazione che pure condusse a dodici ordinanze di custodia cautelare. Questo e gli oltre venti assuntori segnalati dimostrano che il giro di droga nel Cilento è quanto mai florido. Il blitz di lunedì però non ha svelato un’organizzazione. Anche se De Martino era il principale rifornitore, gli spacciatori fermati agivano ciascuno per conto loro, consegnando la roba ai propri clienti nelle proprie abitazioni o durante degli appuntamenti presso luoghi noti di Capaccio e zone limitrofe o addirittura anche attraverso speciali consegne a domicilio. Il giro è stato portato allo scoperto dopo che ad insospettire i militari erano stati proprio i movimenti che avvenivano presso la casa della Lambiase in contrada Chiorbo a Capaccio.
Daria Scarpitta