“Io e mia moglie non ci dimetteremo perché siamo convinti di amministrare nella legalità. L’ultimatum degli intimidatori non ci preoccupa“. Questo ha dichiarato il sindaco di Ispani Edmondo Iannicelli destinatario insieme alla consorte Marilinda Martino, consigliere di maggioranza, delle frasi minacciose contenute nei biglietti rinvenuti per le strade della frazione Capitello, dove la coppia di amministratori vive. I due pizzini trovati per il centro cittadino da un residente, ordinavano le dimissioni di entrambi entro il prossimo 12 giugno. “ Un messaggio che non ci intimorisce ed un ordine – afferma il sindaco – che sicuramente non rispetteremo. Chi sta cercando invano di spaventarci deve andare via dal nostro paese perché persone del genere non possono far parte della nostra comunità” . Indignati anche i consiglieri d’opposizione, che nei giorni scorsi con una lettera hanno criticato quanto sta accadendo nel piccolo comune salernitano. “Ad episodi analoghi -afferma il capogruppo Gennaro Avagliano – abbiamo assistito in occasione della campagna elettorale del 2010 quando Iannicelli si candidò a sindaco al posto della moglie, già al secondo mandato. In quella occasione, per le strade del paese comparivano volantini denigratori contro Marilinda Martino ma mai si era arrivati ai vili gesti compiuti in questi ultimi giorni” . Avagliano si riferisce in particolare al pliclo postale giunto in comune la scorsa settimana con lettere minacciose accompagnate da un accendino a forma di cartuccia. A queste sono seguiti i due biglietti seminati per strada e recuperati da un cittadino del posto. E’ chiaro che se nessuno si fosse lasciato travolgere dalla curiosità i biglietti intimidatori sarebbero svaniti nel nulla senza che il messaggio giungesse ai coniugi Iannicelli. Questo avvalora la tesi del capitano dei carabinieri Emanuele Tamorri secondo il quale si tratterebbe di un piano intimidatorio messo in atto da qualche cittadino in contrasto con la gestione amministrativa.. Nulla che metterebbe in pericolo la vita pubblica. A questo punto non resta che attendere il prossimo passo intimidatorio che dovrebbe essere compiuto dopo il 12 giugno, giorno dell’ultimatum.
Antonietta Nicodemo