Respinto anche dalla Cassazione il ricorso di Germano Sirignano, l’uomo che il 29 Agosto 2009 uccise con venti coltellate la moglie Anella Crocamo nella loro abitazione di Angellara. Giovedì scorso la II Sezione penale della Suprema Corte ha chiuso anche il terzo grado di giudizio sulla vicenda, rigettando il ricorso dell’imputato per inammissibilità e lasciando così immutato quanto già stabilito in primo grado nel 2011 e confermato in appello nel 2012, cioè venti anni di reclusione all’uomo per l’efferato delitto oltre al risarcimento del danno morale ed esistenziale in favore dei familiari della vittima, costituitisi parte civile. La vicenda segnò quella calda estate del 2009 . La notizia di quelle palazzine di Angellara macchiate di sangue per un’escalation di aggressività tra le mura domestiche e i particolari che vennero fuori con Sirignano che si ferì in quel frangente inscenando un tentativo di suicidio e con i figli della coppia rimasti muti ad osservare la terribile scena scossero un’intera comunità. La Crocamo era conosciuta come donna mite e madre attenta, ma le difficoltà economiche avevano compromesso fortemente la vita familiare e il lavoro trovato dalla donna in quel periodo aveva ingelosito il marito e aumentato le ostilità all’interno della coppia fino a giungere a quel tragico epilogo, avvenuto quando la Crocamo aveva soli 36 anni. Ora le porte del carcere resteranno chiuse per altri diciassette anni per Sirignano visto che l’uomo ne ha già scontato 3 essendo stato arrestato immediatamente dopo il fatto. I 4 figli della coppia, di cui uno quasi maggiorenne, che hanno visto sconvolta la loro vita, vivono ora fra le case-famiglia e i parenti della madre.
Daria Scarpitta