Quindici associazioni e due Comuni, quello di Sapri e quello di Maratea, si sono dati la mano per ripulire e valorizzare un tratto di costa, tra i più belli del Golfo di Policastro, da Apprezzami l’Asino fino a Castrocucco. Il weekend è stato così caratterizzato dal duro lavoro di questi volontari che si sono recati nei punti più impervi e nelle parti di spiaggia non pulite per tutelare l’ambiente e garantire ai futuri turisti il meglio di queste zone. Diversi camion di spazzatura sono stati prelevati oltre che dalla costa saprese, anche dall’area di Fiumicello, di Acquafredda, e perfino dal Canale Monaca dove è stato necessario l’ausilio dei ragazzi del Soccorso Alpino Basilicata che si sono calati giù con le corde per mettere in atto la pulizia. E’ in questo contesto che le associazioni Golfotrek e Scopri Sapri, che hanno operato ad Apprezzami L’Asino, hanno sostituito il cartello usurato relativo alla statua della Spigolatrice con uno nuovo di zecca da esse stesse donato. Prevalentemente plastica è quanto è stato trovato nel corso delle operazioni di pulizia ma non sono mancate sorprese, perché se sulle spiagge i rifiuti emersi sono stati quelli più disparati lasciati lì dalla maleducazione della gente, o trasportati dalle correnti, nei valloni a farla da padrone sono stati gli ingombranti. I cittadini anziché fare una semplice telefonata per la raccolta a domicilio hanno preferito lasciar marcire alle intemperie porte, finestre, divani, lavatrici e perfino resti di stufe a gas. Un lavoro certosino e pesante quello dei volontari che però è stato condotto con il sorriso sulle labbra in nome dell’ambiente. E a tutela dell’habitat naturale del Golfo giunge anche l’appello di Fareverde Cilento che ancora una volta denuncia in una lettera al Ministero dell’Ambiente e alla Regione Campania il grave degrado e il cattivo trattamento subito dall’area situata alla Foce del Bussento nel Comune di Santa Marina, indicata come Sic e Zona a Speciale Protezione. L’associazione lancia un grido d’allarme per la sostanziale scomparsa di particolari specie avicole tipiche del fiume , come ad esempio, l’upupa, l’airone cinerino, il cormorano, e la gallinella d’acqua a causa delle compromissioni avvenute in poco più di due anni e mette in evidenza che i lavori eseguiti in quest’area per ottenere un vasto posteggio auto hanno portato a spianare integralmente le terre un tempo coltivate, a distruggere il canneto che proteggeva l’argine e a sfoltire la vegetazione riparia così che si vedono solo alberi secchi o malati, rifiuti e segni di atti vandalici. Fareverde chiede che avvenga il ripristino naturale del Sito con la creazione di un’oasi gestita dallo stesso Comune di Santa Marina.
Daria Scarpitta