Se ne è andato anche l’ultimo dei Padri Costituenti. Il senatore a vita Emilio Colombo è morto ieri a Roma all’età di 93 anni dopo una vita spesa fino all’ultimo per la politica. Proprio nel marzo scorso aveva presieduto la seduta inaugurale dell’ultima legislatura a Palazzo Madama come componente più anziano della assemblea. A piangerlo tutta la Basilicata per quel tratto lucano che sempre ha portato con sé e che lo accomuna ad un altro grande statista: Francesco Saverio Nitti. Colombo fu un esponente di spicco della Democrazia Cristiana, più volte parlamentare e ministro, nel 1970 ricoprì anche il ruolo di premier per due anni e nel 1977 fu Presidente del Parlamento Europeo, ricevendo il Premio Carlo Magno, insignito a personalità con meriti particolari in favore dell’integrazione e unione in Europa, e la medaglia d’oro della Fondazione Jean Monnet sempre per il suo ruolo nella nascita e nello sviluppo della Comunità Economica Europea e dell’Unione Europea. Il suo ruolo internazionale non gli fece mai dimenticare la sua Basilicata alle cui istanze fu sempre vicino. Anche Maratea ricorda la figura di questo statista che, appoggiando i progetti del Conte Rivetti, finì per favorire lo sviluppo industriale e turistico della cittadina costiera. “Un uomo eccezionale, di grande intelligenza e cultura, di alto spessore umano” lo commemora così il Sindaco di Maratea, Mario Di Trani che ricorda di aver avuto il piacere di incontrarlo proprio questa primavera. “Nonostante la sua età – ha detto – aveva ancora una lucidità eccezionale. E’ riuscito a parlare per circa un’ora tenendo attento l’uditorio senza perdere mai le fila del discorso”. Con Emilio Colombo se ne va via anche l’ultimo rappresentante di un’Italia che non c’è più, di una politica fatta di signori che di onorevole avevano almeno qualcosa, che anche quando era sozza e ingiusta, non è mai stata così pulita.
Daria Scarpitta