E’ allarme ecomafia in Provincia di Salerno: si viaggia alla media di 5 reati al giorno, prima in Italia.
Una Provincia in fumo: 551 incendi nel 2012. La più bruciata d’Italia.
Da Festambiente e Legalità festival di Legambiente tutti i numeri “neri” della criminalità ambientale nel salernitano
Con 4.777 reati, 3428 tra persone denunciate e arrestate,1153 sequestri, per un giro di affari di 4,5 miliardi di euro gestito da 83 clan e altre 5000 case abusive realizzate nel 2012,la Campania si conferma core business nazionale nel Rapporto Ecomafia 2013 di Legambiente. E la provincia di Salerno con 5 reati ambientali al giorni per un totale di 1809 diventa la prima in Italia(, il 5,3% dei reati nazionali). Ecomafia vuol dire cemento e rifiuti. E l’allarme per la Provincia di Salerno è molto alto. Il cemento, il movimento terra, appalti continuano a rivelarsi una straordinaria “lavanderia” per riciclare soldi. La Provincia di Salerno con 267 infrazioni accertate e ben 334 persone denunciate e la seconda provincia in Italia per la cemento connection. Dal cemento ai rifiuti ed è sempre una minaccia per il salernitano. La provincia di Salerno, seconda in Campania e sesta in Italia per numeri di reati con 143 infrazioni, 145 tra persone denunciate o arrestate e 58 sequestri effettuati.. Tutti i dati “neri” della criminalità ambientale in Provincia di Salerno sono stati presentati da Legambiente nell’ambito di Festambiente e Legalità il festival contro l’ecomafia in corso di svolgimento a Pollica fino a domenica 7 luglio quando a chiudere arriva il Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando. E nell’ultimo rapporto Ecomafia di Legambiente ancora un primato negativo: Salerno è la provincia d’Italia con il maggior numero di incendi, ben 551 che se si tiene conto che gli incendi si concentrano nei tre mesi estivi di luglio agosto e settembre , si stima che i criminali incendiari viaggiano alla media di circa sei incendi al giorno. Ritornando al cemento -denuncia Legambiente_ secondo la Sezione operativa navale della Guardia di finanza di Salerno, la cui circoscrizione di intervento comprende la Divina Costiera e quella cilentana, in un anno di attività sono state denunciate 117 persone, sequestrati 65 beni tra pertinenze, complessi turistico-alberghieri, complessi residenziali, unità immobiliari e ville per un totale di 75.855 metri quadrati e per un valore complessivo pari a 19.469.000 euro.
“L’unicità dei luoghi rende agli stessi anche un elevatissimo valore economico – si legge nel rapporto Ecomafia – che purtroppo alimenta una sfrenata speculazione edilizia; la gravità del fenomeno, purtroppo sfugge ancora alla sensibilità dei sempre più numerosi malintenzionati che, per fini il più delle volte speculativi, si spingono a edificare determinando un vero e proprio scempio del territorio. .Solo quattro mesi fa, in una sola giornata i carabinieri denunciarono 18 abusi a Positano, 15 a Ravello, 11ad Amalfi, 11 a Tramonti e tre a Maiori. Totale: 58 abusi. Sarno, Cava dei Tirreni, Scafati, Angri, Pagani, Nocera sono i comuni dove, negli ultimi anni, i sequestri e i sigilli su manufatti in costruzione senza licenza si sono moltiplicati. Anche il Cilento è al centro di speculazioni abusive. “C’è da chiedersi come è possibile che un territorio, che vanta tanti riconoscimenti in materia ambientale – si legge nel Rapporto Ecomafia – possa consentire scempi che mettono in pericolo la sua principale risorsa turistica. C’è bisogno di una vigilanza diffusa, sempre più incisiva e costante, da parte dei pubblici amministratori”. C’è un solo modo per scoraggiare i furbi e per restituire a un territorio la bellezza originale: abbattere il cemento senza licenza. Dopo una sentenza di condanna definitiva, è possibile passare a distruggere la costruzione illegale. Le ultime statistiche della Procura generale parlano di 312 abusi da abbattere. Sei anni fa, erano 371. Negli ultimi quattro anni è stata una corsa a ostacoli continua, che ha costretto, tra ricorsi e condoni, al deposito di 169 decreti di archiviazione. Nella corsa a ostacoli per affermare la legalità, non sempre i comuni collaborano con entusiasmo: in tanti casi, sono assenti nelle richieste di fondi alla Cassa depositi e prestiti per le demolizioni, o nelle nomine dei direttori dei lavori e dei consulenti tecnici necessari. Scarso, e per questo preoccupante, il numero degli abbattimenti da eseguire al tribunale di Vallo della Lucania: appena sei. Solo tre le demolizioni precedenti al 2011. E non è più incoraggiante la realtà a Sala Consilina: 15 procedure aperte, solo in tre casi i comuni hanno chiesto i finanziamenti previsti alla Cassa depositi e prestiti. Prima del 2012, solo quattro demolizioni. Sulla base dei dati certi in possesso della Procura generale, sono solo otto i processi per abusivismo a Vallo giunti a sentenza definitiva. Dal cemento ai rifiuti la denuncia di Legambiente è chiara.Le imprese criminali hanno respiro sempre più transnazionale e internazionale. I sequestri di container presso i porti di Napoli e Salerno, contenenti rifiuti pericolosi pronti per partire per la Cina, attestano la vocazione criminale sempre più volta alla internazionalizzazione del crimine. Le indagini di scenario in tema di ecomafie fanno emergere che i container, utilizzati per l’esportazione in Estremo oriente dei rifiuti tossici, vengono poi impiegati per l’importazione in Italia di prodotti riciclati e realizzati con lo stesso materiale pericoloso oggetto di esportazione. Si esportano illecitamente rifiuti, si importano illegalmente merci e prodotti realizzati proprio con quei rifiuti riciclati, e in particolare giocattoli e prodotti parafarmaceutici, quali siringhe, biberon e pannolini per i bambini.. La criminalità organizzata nel salernitano è una criminalità non strutturata, a differenza di quella tipica del casertano o del napoletano, e la sua caratteristica è quella di appoggiarsi tradizionalmente alla criminalità organizzata napoletana e casertana, fungendone sostanzialmente da supporto. Un esempio è rappresentato dalla realizzazione della strada di accesso al termovalorizzatore: il subappalto era stato assegnato alla ditta dei fratelli Setola, del clan dei Casalesi, per un evidente difetto di informazione che aveva portato la stazione appaltante a conferire l’incarico alla Campania Appalti, a sua volta infiltrata dalla ditta dei noti camorristi. Insomma, è necessario tenere molto alta la soglia dell’attenzione perché i rischi sono concreti, sia per gli investimenti relativi all’impiantistica che dovrà essere realizzata sul territorio, sia per le importanti attività di bonifica previste nel territorio. Un tema quest’ultimo a cui la Procura di Salerno ha deciso di dedicare una forte attenzione, perché si tratta di attività che rappresentano certamente un “affare” degno di interesse da parte della criminalità organizzata.