Da mesi si era trasferito nel Vallo di Diano, il capostipite di una delle della cosche che, secondo il procuratore aggiunto della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, Giuseppe Borrelli, avevano preso il comando di Scalea con il beneplacito dell’amministrazione comunale, tanto che all’alba di venerdì, sono finite in manette 38 persone, tra loro il sindaco della cittadina dell’alto tirreno cosentino, Pasquale Basile, i componenti della giunta, tecnici comunali, imprenditori e professionisti, I carabinieri hanno ammanettato Pietro Valente a Sant’Arsenio; nella cittadina valdianese da qualche mese aveva trasferito il suo domicilio, forse dopo aver subdorato qualcosa o per allargare ulteriormente il suo raggio d’azione. L’operazione Plinius ha puntato dritto al cuore del malaffare scaleota. Associazione mafiosa, concorso esterno, corruzione, turbativa d’asta, minacce. Sono alcuni dei reati contestati dagli inquirenti a manovali dei clan, colletti bianchi, politici, imprenditori e che ha portato al sequestro di beni del valore di oltre 60milioni di euro l clan avevano ottenuto il controllo e lo sfruttamento delle risorse economiche della zona. L’organizzazione, secondo l’accusa, sarebbe riuscita, attraverso il procacciamento di voti, ad orientare le ultime elezioni amministrative svoltesi nel marzo del 2010 a Scalea, in favore di propri candidati che, una volta eletti, si sarebbero prodigati per l’assegnazione di concessioni e appalti ad imprese rientranti nella sfera di influenza della consorteria. In cambio dell’appoggio ricevuto il sindaco Pasquale Basile “ha di fatto ceduto alle due ‘ndrine il controllo degli appalti del comune di Scalea”, scrivono gli investigatori. Figura centrale nell’indagine è l’avvocato Mario Nocito, ritenuto dagli inquirenti l’anello di congiunzione tra amministratori e ndranghetisti. Nel suo studio avvenivano riunioni che hanno visto protagonisti esponenti dell’una e dell’altra fazione mafiosa e amministratori del comune di Scalea. Fra gli arrestati, con il sindaco, i cinque assessori, l’avvocato Mario Nocito,i boss, anche il comandante dei vigili urbani Giovanni Oliva, un geometra ed un architetto del Comune: Giuseppe Biondi, 44 anni, e Vincenzo Bloise, 41 anni, dipendenti dell’ufficio tecnico comunale di Scalea.Tecnici comunali sono anche Pierpaolo Barbarello, 52 anni, architetto ed Antonino Amato, 59 anni geometra. A carico degli arrestati, a vario titolo, l’accusa di aver manovrato al fine di far ottenere appalti alle imprese vicine al clan Valente-Stummo. Gli indagati, in base alle loro funzioni, erano, secondo i capi d’accusa, “a disposizione del sodalizio criminale” ed avrebbero agito “per agevolare gli interessi del boss Pietro Valente”.
Roberta Cosentino