Le coste campane sono sotto costante minaccia. L’allarme torna ad essere lanciato da Legambiente per i danni che il litorale sta subendo a causa della speculazione edilizia e di progetti insostenibili che finiscono per cambiarne il carattere. La presentazione del dossier “Salviamo le coste italiane” è l’occasione dunque per riproporre dati e questioni che ogni anno durante l’estate vebgono portati all’attenzione dell’opinion epubblicsa. “Su 360 km di costa da Sapri a Baia Domizia, – denuncia legambiente-, ben 181 km, più della metà dunque risultano urbanizzati. Tra il 1988 ed il 2011 sono stati 22 i km di costa trasformati per usi residenziali e turistici, mentre 7 km hanno visto interventi di artificializzazione legati alle infrastrutture portuali e alle aree industriali. Ciò è avvenuto nel salernitano soprattuto tra Agropoli e il capoluogo, provocando danni irreparabili al paesaggio costiero” Secondo Legambiente sono tanti i tratti di spiaggia di pregio a rischio in particolare tra Caprioli e Marina di Ascea, tra Marina di Casal Velino e Avciaroli, tra Agropoli e Torre piacentina. Se 162 km di costa si sono salvati è stato solo per il loro profilo roccioso e la loro morfologia che ne rende difficile l’urbanizzazione. Altri pericoli per il litorale sono il dissesto idrogelolgico e l’erosione costiera. Il 47% del litorale campano è costituito da coste basse e circa la metà di esse non è stabile ed è soggetta a fenomeni di arretramento. “La prpspettova da scongiurare è che le spiagge vengano divorate dal cemento e la costa diventi completamente artificiale- dicono da legambiente- e la cura rende il malato più grave visto il disegno di legge regionale norme in materia di tutela del paesaggio in campania ancora in discussione che punta però ad abolire i vincoli ambientali foinendo per stravolgere la disciplina paesaggistica. “ Legambiente approfitta della presentazione del dossier per puntare ancvora una volta il dito contro il progetto relativo agli interventi rinascimento del Golfo di Salerno. “ un milione duecentomila tonnellate di massi – fanno sapere- cioè una collinetta di circa cento metri di altezza,spariranno dall’entroterra e verrano distribuiti su 30 km di litorale per realizzare 45 pennelli cioè massicciate che dalla riva si proiettano nel mare per circa 150 metri. Nessuno si domanda dell’efficacia e dell’impatto di questo intervento. L’erosione va affrontata con progetti sostenibili”.
Daria Scarpitta