Se c’è chi è scontento per la chiusura del proprio Ospedale, come i cittadini di Agropoli, c’è chi, come i fruitori del nosocomio di Polla, non fa certo i salti di gioia per il mantenimento di una situazione, che già non era delle migliori, e che ora, con il riordino deciso dal Direttore Generale dell’Asl salernitana, rischia di veder duplicate le criticità. I rappresentanti sindacali della Cgil Funzione Pubblica Vitantonio Capozzi, Luigi Pistone e Gino Alessandro hanno inviato ieri una lettera al Presidente della Regione Campania Caldoro e al Manager dell’Asl Squillante, in cui lamentano lo stato a cui è stato abbandonato il “Luigi Curto”. Nello specifico, si fa riferimento ad una situazione “deprecabile sotto il profilo igienico-sanitario”. Secondo una delibera dello stesso Direttore Generale infatti erano previsti lavori di adeguamento strutturali e funzionali per venire incontro all’avvenuto accorpamento delle Unità Operative trasferite dalla struttura sanitaria di Sant’Arsenio a quella di Polla, ma al momento, nonostante vari solleciti dei sindacati e rassicurazioni dello stesso Squillante, nulla è stato fatto. Né nulla è cambiato- lamentano gli scriventi- circa la dimensione funzionale ed organizzativa che avrebbe dovuto avere veste nuova con l’attivazione di uno specifico programma di qualificazione e di adeguamento. E questo – si legge nella missiva – mentre a favore di altre strutture sanitarie dell’Asl “ vengono deliberati , a continuo getto di fiumi di inchiostro, lavori di ristrutturazione, acquisti di apparecchiature, rifornimento combustibile e mentre si continuano a spendere 91 milioni di euro annui per la migrazione sanitaria dei cittadini salernitani”, pronti a tutto pur di non pagare il ticket. La Cgil Fp critica il “Modello Campania” tanto decantato dalla Giunta Regionale e nella realtà inadeguato e chiede nella lettera che arrivino risposte concrete e immediate dalla Regione e dal Manager.
Daria Scarpitta