La chiesa Campana dice no agli sprechi nelle feste per i Santi e sollecita gesti di carità in occasione della raccolta di contributi per gli stessi festeggiamenti. A Policastro il parroco del paese don Antonino Savino per dare forza a questo pensiero, che condivide in pieno, ha disertato la recentissima processione in onore di San Francesco, patrono del paese, perché il corteo per le vie cittadine, come accade ovunque è accompagnata da costosi fuochi pirotecnici. In segno di protesta non ha nemmeno assistito al concerto serale. “ E’ giusto che i fedeli conservino queste abitudini, e quindi che non rinuncino agli spettacoli pirotecnici e musicali, che da sempre caratterizzano le feste patronali. Ma, così come ci ricorda il recente decreto della Conferenza Episcopale, è bene che una parte dei fondi raccolti vengano destinati per opere di beneficenza”. Dello stesso parere Don Tonino Cetrangolo, della parrocchia di Scario “ sono tante le attività che la chiesa locale porta avanti a favore dei più bisognosi. Un sostegno economico consentirebbe di migliorale ed integrarle con altre iniziative utili per l’intera comunità. Poi se si considera che i Santi, e il nostro Papa Francesco, hanno sempre invitato ad essere più vicino ai poveri, sembra davvero esagerato spendere milioni di euro per esempio per i fuochi pirotecnici”. La questione sarà discussa ampiamente in un apposito incontro fissato per lunedì prossimo 14 ottobre presso il convento di Padula. Al tavolo dei lavori sono stati convocati i comitati festa di tutti i comuni appartenenti alla Diocesi di Teggiano Policastro che dovranno discutere del decreto episcopale anti sprechi insieme ai responsabili dell’ufficio confraternite e feste della Diocesi. Una discussione che dovrà servire a stabilire insieme come risparmiare senza deludere le attese dei cittadini abituati a partecipare a feste illuminate da fuochi pirotecnici e animate da bande e cantanti. Intanto sulla festa organizzata a Policastro per onorare San Francesco piove la critica di un cittadino di Scario. Nicola Selvaggio con una lettera indirizzata al prefetto, al vescovo della diocesi e al comune contesta il fatto che il 4 ottobre “ nonostante il lutto nazionale per la tragedia di Lampedusa la comunità policastrese – si legge nella missiva – ha ritenuto opportuno ed irrinunciabile fare esplodere festosi fuochi d’artificio a decorrere dalle prime ore del giorno, in totale spregio delle centinaia di vittime”. Selvaggio chiude la lettera ricordando che San Francesco predicava l’umiltà e l’ammore incondizionato per il Creato.
Antonietta Nicodemo