A febbraio dovrebbero rinnovarsi i vertici del Parco del Cilento con la nomina di un nuovo Presidente e del direttivo che scende da 12 a 8 membri. Mentre è partito il toto-nomi su chi guiderà l’Ente con in pole position quello di Carmelo Conte, seguito a ruota da Antonio Valiante, il territorio vive un momento di forte tensione. Da un lato la classe dirigenziale lamenta l’immobilità del Parco, dall’altra gli imprenditori danno uno schiaffo alla politica e si organizzano per avere maggiore peso in una decisione fino ad ora calata dall’alto. “E’ nostra intenzione – ha dichiarato Angelo Coda, Presidente dell’Unione delle associazioni turistiche del Cilento e Vallo di Diano – produrre un candidato dell’ imprenditoria turistica cilentana. Il Presidente del Parco è una figura essenziale e non possono escluderci a priori da questa scelta.” In questi giorni dunque si stanno susseguendo gli incontri nei vari ambiti territoriali, “e c’è già una certa unità”- assicura Coda – con l’obiettivo di spingere quantomeno l’idea di un candidato rappresentativo delle imprese, se non un nome da inserire, con il sostegno delle associazioni ambientaliste che hanno parere consultivo, nel ventaglio delle 3 proposte che la Regione Campania presenta al Ministero dell’Ambiente per la decisione finale. Un passo avanti sicuro rispetto alla politica che ancora non ha trovato un suo rappresentante a livello di Comunità del Parco e che ancora meno decisa si trova sulle idee relative al nome del futuro. Al momento non ha avuto luogo nessuna riunione al riguardo. Alcuni Sindaci si dividono tra i due nomi fino ad ora lanciati come possibili successori di Troiano e tra chi preferirebbe invece un tecnico alla guida del Parco. Il reggente della Comunità dei Sindaci, Antonio Radano, aggiunge un altro elemento da tenere presente , prima di fare qualunque nome. “Essendoci un governo di larghe intese – ha detto- bisogna capire se il Parco del Cilento andrà al centrodestra o al centrosinistra”. Gli attuali membri del direttivo scelti dai sindaci, invece, si chiamano fuori dalla questione per la gran parte. Vittorio Esposito, Giuseppa Vairo e Girolamo Auricchio sono tutti e tre critici rispetto ad un’esperienza , quella appunto nel cda del Parco, risultata, dicono, improduttiva, dove è impossibile fare e rinunciano a ricandidarsi per febbraio, Corrado Matera si trincera dietro un “Non ho ancora valutato la cosa”.Resta, dunque, ancora valida l’insoddisfazione di vecchia data su ciò che il parco poteva essere e non è stato.
Daria Scarpitta