E’ stata accertata l’epidemia di cimurro nel canile comprensoriale della comunità montana Bussento Lambro e Mingardo. Nei giorni scorsi i veterinari dell’Asl salernitana hanno eseguito gli accertamenti richiesti dai vertici dell’ente dopo la morte di alcuni animali che si trovavano ricoverati all’interno della struttura. Dei 70 cani organizzati nei box, quattro sono stati isolati perché infetti e per alcuni giorni saràìanni sottoposti ad un’adeguata terapia che dovrebbe portarli alla guarigione. Fino a quando l’infezione non sarà debellata continueranno a rimanere sospesi gli accessi al canile: un provvedimento che è in vigore dal 21 ottobre scorso, da quando, la comunità montana, preso atto anche della denuncia del comune di Sapri, ha deciso di disporre un’indagine epidemiologica. Il sindaco Giuseppe Del Medico, su segnalazione di un’animalista che aveva fatto visita al rifugio, ha presentato un esposto, mettendo in dubbio la sicurezza degli animali che usufruiscono del canile comprensoriale con sede a Torre Orsaia. L’auspicio dei comuni che è che l’epidemia di cimurro vengano annientata al più presto per consentire la riapertura della struttura, fondamentale per far fronte al problema del randagismo.
Antonietta Nicodemo
Da Medicaline:
Durante i primi mesi di vita il cucciolo presenta delle difese immunitarie molto basse ed è quindi particolarmente a rischio per quanto riguarda la contrazione di virus all’interno dell’allevamento o negli ambienti frequentati da altri animali.
ll cimurro ha origine da un virus della famiglia Paramyxoviridae facente parte del genere Morbillovirus, dello stesso ceppo virale del virus del morbillo umano e della peste bovina, ed è la prima causa di morte prenatale o dei cuccioli.
Nonostante non presenti un’elevata resistenza nell’ambiente, il virus del cimurro (CDV – Canine Distemper Virus) può essere trasmesso tramite:
Particelle di aerosol infette
Saliva
Escrezioni urinarie e fecali
Ciotole e cibo di cani infetti
Il CDV presenta vari gradi di virulenza e colpisce diversi apparati del corpo dell’animale quindi non sempre è possibile un riconoscimento immediato della patologia ed è necessario affidarsi alla diagnosi di un medico veterinario.
Il CDV può colpire l’apparato respiratorio e causare nell’animale tosse, rinite, broncopolmonite e polmonite. Quanto alla forma intestinale, i sintomi sono rappresentati da diarrea emorragica e feci irregolari in consistenza e colore. Un sintomo visibile ad occhio nudo si ha invece con la forma cutanea di CDV che causa ispessimento, ruvidità e secchezza di tartufo e cuscinetti plantari.
Il cimurro nella sua forma iperacuta colpisce generalmente i cuccioli sotto i tre mesi di vita che non sono ancora stati vaccinati e, se non curata in tempo, porta alla morte dell’animale. I sintomi che contraddistinguono questa forma virale sono tremori muscolari, congiuntivite, inappetenza, tosse e diarrea.
I cani adulti non vaccinati e i cuccioli sopra i tre mesi di vita possono contrarre la forma acuta o subacuta della malattia che presenta i seguenti sintomi: abbattimento, scarso appetito, congiuntivite catarrale, tosse, scolo nasale e muco e febbre alta.
Essendo una malattia virale è opportuno aspettare che il virus faccia il suo corso, in quanto non esiste una terapia mirata alla cura del cimurro. Per limitare al massimo di danni fisiologici causati dal CDV gli unici rimedi stanno negli antibiotici, che fanno da sostegno alle difese immunitarie dell’animale e lo proteggono da probabili infezioni secondarie, e nell’assunzione di vitamine A, B e C per integrare i sali minerali persi dall’animale durante la malattia.
Dopo due o tre settimane dalla guarigione è opportuno prestare molta attenzione allo stato di salute dell’animale in quanto il cimurro può presentarsi sotto la sua forma nervosa che si manifesta con crisi convulsive, masticazione a vuoto, paralisi progressiva e contrazioni involontarie dei muscoli addominali. Durante questa fase di malattia il cane può essere curato ma se l’entità del danno neurologico è grave, la vita dell’animale sarà per sempre compromessa.
Lo scenario non è dei più felici. Il cimurro è una malattia che non va sottovalutata e che può portare a conseguenze gravissime se contratta dall’animale domestico. L’unico modo per evitare al cane questa dolorosa patologia sta nella vaccinazione preventiva.
Se non si ha la possibilità di sottoporre il cucciolo a vaccinazione perché troppo piccolo, è necessario fare attenzione all’ambiente esterno e alle entità con cui entra in contatto. Il CDV è un virus che non resiste a lungo nel’ambiente esterno ed è facilmente eliminabile da disinfettanti di alto livello.
Il rischio di contrarre il CDV è molto alto all’interno dei canili pubblici, in quanto convivono numerosi cani randagi che non sono stati vaccinati e che purtroppo molto spesso vivono in condizioni precarie di igiene.
Per evitare il diffondersi di un’epidemia di cimurro all’interno di queste strutture, le procedure di igienizzazione e di disinfezione devono essere rispettate quotidianamente per prevenire l’insorgere di questa grave patologia. La disinfezione deve riguardare tutti luoghi in cui l’animale ha accesso come box, cucce, canili, gabbie e trasportino oltre che tutti i suoi suppellettili che possono essere utilizzati anche da altri animali quali collari, guinzagli, ciotole, spazzole ed accessori vari.
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