“Basta con la Campania della paura e della perenne emergenza. Con le piogge autunnali si ritorna ad aver paura e scatta l’emergenza con le immancabili conseguenze drammatiche.
Delocalizzazione laddove e’ possibile e un grande piano di manutenzione ordinaria del territorio sono le ricette per una Campania sicura.
Sono 504 i comuni campani in cui sono presenti zone ad elevata criticità, l’estensione di tali aree esposte a rischio è pari a oltre 2.597 kmq (cioè circa il 19% della superficie dell’intera regione). Il primato negativo del rischio idrogeologico nel territorio campano è detenuto dalla provincia di Salerno (99% dei comuni a rischio). Si stima che sono oltre 500mila i cittadini campani che risiedono in zone esposte a rischio idrogeologico.
In una nota Michele Buonomo e Giancarlo Chiavazzo, rispettivamente presidente e responsabile scientifico di Legambiente Campania commentano l’emergenza maltempo che sta colpendo la Campania ed il salernitano in modo particolare.
Secondo ultima ricerca di Legambiente, in Campania ben l’87% dei comuni intervistati ha nel proprio territorio abitazioni in aree golenali, in prossimità degli alvei e in aree a rischio idrogeologico e il 36% presenta interi quartieri in tali aree. Nel 49% dei comuni campione della indagine di Legambiente sono presenti in aree a rischio strutture e fabbricati industriali, che comportano in caso di alluvione, oltre al rischio per le vite dei dipendenti, anche il pericolo di sversamento di prodotti inquinanti nelle acque e nei terreni. Oltre la metà dei comuni in cui siano presenti zone esposte a rischio ancora non realizza una manutenzione ordinaria delle sponde, delle opere di difesa idraulica e più in generale del territorio. Solo il 58% dei comuni, si è dotato di un piano di emergenza da mettere in atto in caso di frana o alluvione e appena un terzo dei comuni ha aggiornato il piano negli ultimi due anni: fatto estremamente importante giacché disporre di piani vecchi può costituire un grave limite in caso di necessità. Solo nel 27% dei comuni intervistati è attiva una struttura di protezione civile operativa in modalità h24.
E’ fondamentale- concludono Buonomo e Chiavazzo di Legambiente- che tutti i comuni classificati a rischio si dotino di piani di protezione civile funzionali, informando e addestrando i cittadini sui comportamenti da tenere in caso di emergenza. Questo è l’unico modo per fronteggiare nell’immediato l’estrema diffusione della problematica del rischio idrogeologico e quindi per salvaguardare le vite umane esposte”.