Vibonati meglio di Capri. Il paesino cilentano secondo la Regione Campania dal punto di vista turistico avrebbe delle concessioni demaniali di maggior valore rispetto alla ricercatissima località partenopea. Così come Centola, Ascea, Pisciotta e Casal Velino, tutte prima di Capri in questa speciale classifica pubblicata sul Burc dello scorso 2 Dicembre. La notizia, di per sé già paradossale, non porta nulla di buono al Cilento, in realtà, perchè non fa nient’altro che aumentare il costo dei canoni delle concessioni demaniali marittime con finalità turistico-ricreative, per intenderci quelle che vengono rilasciate ai titolari di lidi, chioschi, stabilimenti balneari e altre attività svolte in spiaggia. L’elenco graduato delle località costiere campane nasce dalla necessità introdotta da una legge del ‘93, con successive modifiche, la quale ha stabilito che il prezzo di tali canoni annuali dovesse essere articolato in base ad una classificazione delle concessioni nelle categorie ad alta valenza turistica e a normale valenza turistica e che l’accertamento dei requisiti per entrare in tali categorie fosse riservato alle regioni competenti per territorio. Di qui la speciale classifica stilata tenendo conto di diversi fattori relativi a sviluppo turistico dei territori comunali; caratteristiche ambientali della costa; balneabilità delle acque. Raccolti cioè i dati sulla popolazione del Comune, la superficie in kmq, le presenze turistiche, i posti letto, quelli a 4 o 5 stelle, i mq delle concessioni demaniali, la presenza di aree protette, della bandiera blu, e pochi altri, la Regione Campania ha messo in piedi questa classifica mettendo tutte le aree costiere del Cilento e del Golfo di Policastro tra quelle ad alta valenza turistica (fanalino di coda è Sapri), e addirittura, alcune di esse anche al di sopra di note e frequentate località balneari come Capri, Ischia, Sorrento. Il che fa lievitare i costi delle concessioni nel Cilento. In poche parole un operatore che voglia investire a Vibonati o ad Ascea, avendo queste una valenza superiore riconosciuta, paradossalmente andrà a pagare di più la concessione marittima rispetto ad uno che voglia fare altrettanto a Capri. Insomma per una volta che al Cilento viene attribuito un valore turistico certo questo pare che vada a tutto discapito della promozione e degli investimenti sul territorio.
Daria Scarpitta