Parte da Polla una lettera, a tratti straziante, indirizzata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. A scriverla è la figlia di un uomo gravemente ammalato e nonostante cio’ detenuto in carcere. “Un giusta punizione per alcuni, un’ ingiustizia per molti visti i casi recentemente venuti alla ribalta”. Ma al di la’ delle opinioni colpevoliste o innocentiste che siano, a scendere in campo e a chiedere un intervento del Capo dello Stato è la figlia di Angelo Rosciano, Carmela. “E’ giusto che mio padre sconti la sua pena, ha dichiarato la giovane nel corso della marcia di Natale dei Radicali, ma che almeno gli permettano di farlo a casa propria, in modo da poter ricevere tutte le cure di cui ha bisogno e che in carcere nessuno può dargli”. La storia dell’ elettrauto valdianese ha avuto inizio diversi anni fa. Il suo nome finì al centro di una inchiesta legata al traffico di auto di grossa cilindrata tra l’Italia e altri Stati. L’arresto arrivò nel 2012 con una sentenza di condanna passata in giudicato. Di lì, per il capo famiglia scatto’ il trasferimento nel carcere di Poggioreale e per l’intera famiglia Rosciano l’inizio del calvario . Negli anni l’uomo ha perso una gamba, per via della sua malattia, vede ormai poco a causa del diabete e la sua cardiopatia è diventata sempre acuta. Una situazione limite per la quale la Carmela Rosciano chiede almeno il beneficio dei domiciliari, disposti in un primo momento e revocati subito dopo. “ La supplico Signor Presidente, scrive la figlia nella missiva, di intervenire per riportare mio padre a casa ai domiciliari prima che sia troppo tardi”. Attualmente Angelo Rosciano deve scontare la sua pena fino a luglio 2019.
Roberta Cosentino