Il gruppo di opposizione del Comune di Vallo della Lucania lo aveva annunciato ai nostri microfoni. Il Piano Urbanistico licenziato dalla amministrazione Aloia era a suo dire troppo incoerente, caotico, improvvisato. Di qui l’organizzazione di un incontro questo pomeriggio per esprimere le proprie perplessità. Ma attacchi al nuovo volto che la maggioranza vuole dare alla propria città piovono da più parti. Il Comitato “Salviamo il paesaggio Vallo di Diano e Alburni” ha pubblicato sulla rete un fotomontaggio che fa molto discutere. Mostra il luogo dove dovrebbe sorgere, secondo i piani dell’amministrazione vallese, il nuovo Stadio da 7500 posti, utilizzando la tecnica del “prima” e “dopo”che di certo ha un grande impatto. Il Comitato denuncia infatti che l’impianto verrà realizzato in zona di protezione “C”, cioè un’area caratterizzata dalla presenza di valori naturalistici ed ambientali , dove ogni uso e attività dovrebbe essere finalizzata alla conservazione della biodiversità, alla manutenzione, al ripristino e alla riqualificazione delle attività agricole e forestali, in base a quanto previsto dalle norme. E in effetti nel punto in questione come mostra la foto c’è un ricco uliveto. Secondo il Comitato, dunque, il Comune di Vallo della Lucania, sede del Parco, nell’indicare proprio lì la realizzazione dello stadio contravverrebbe al Piano del Parco, in barba a quanto dichiarato dagli stessi progettisti che nel preliminare del PUC annunciavano accordi e intese con l’Ente dell’area protetta, e in più non terrebbero conto anche del PTCP della Provincia che quello stesso stadio aveva previsto sì ma a Vallo Scalo e nei pressi della stazione ferroviaria. Ma pronta arriva la replica dell’amministrazione comunale. L’ assessore al ramo Antonietta Coraggio rassicura in modo stringato : “Con le dovute modalità, la possibilità di realizzare lo stadio in quell’area c’è”. Il Sindaco Antonio Aloia rivendica le scelte fatte: “ Non siamo folli né ignoranti – dice – se è stato deciso così. Quello che andrebbe sottolineato è invece che abbiamo lavorato come pochi. Dopo 33 anni abbiamo donato questo importante strumento alla nostra città, riuscendo in due anni e mezzo a pianificare come e quanto nessuno aveva fatto prima di noi ”
Daria Scarpitta