I 27 milioni di fondi europei stanziati dalla Regione Campania per rimettere in sesto gran parte delle strade cilentane e valdianesi non sono bastati a far annullare la manifestazione di protesta del 4 febbraio, a Salerno. Sindaci e cittadini riunitisi venerdì mattina, a Vallo della Lucania, presso la sede della Comunità Montana Gelbison – Cervati, hanno spiegato le ragioni per le quali non è possibile accontentarsi del maxi stanziamento regionale. Il primo motivo è che i 46 interventi finanziati non bastano a risolvere l’emergenza viabilità perchè si tratta di lavori che non vanno a risolvere definitivamente il problema dell’instabilità delle strade franate o interessate da caduta massi o dall’erosione marina. L’altro problema è che sono rimasti fuori dal finanziamento importanti arterie tutt’oggi impraticabili. Durante l’incontro promosso dalla Cgil gli amministratori hanno indicato la strada da percorrere per uscire dall’emergenza. Il percorso chiede il trasferimento dalla Provincia all’Anas delle competenze della Cilentana e delle altre principali vie che conducono nel parco nazionale del Cilento e del Vallo di Diano e poi l’affidamento della gestione della manutenzione ordinaria ai comuni e l’attivazione immediata della Protezione Civile nei casi di massima urgenza. L’assemblea di venerdì, dunque, è andata oltre la situazione attuale e guardando al futuro ha elaborato il piano per la messa in sicurezza del territorio contro il dissesto idrogeologico. Si tratta di un piano di azioni che sarà consegnato martedì mattina al Prefetto, al termine del corteo di protesta che inizierà la sua sfilata per le vie di Salerno alle 9.30 da P.zza Vittorio Veneto. La manifestazione è stata promossa dalla Cgil che, insieme agli amministratori, si è mobilitata per trascinare nel capoluogo centinaia di cittadini. L’auspicio di sindaci e sindacati è che il Prefetto si faccia portavoce presso il Governo e la regione Campania delle loro richieste e che favorisca l’immediata apertura dei 46 cantieri finanziati.
Antonietta Nicodemo