Sono state restituite ai familiari le salme delle quattro persone decedute domenica sera per l’incidente avvenuto sulla Cilentana. Nessuna autopsia, solo l’esame esterno per loro. e oggi è dunque il giorno del dolore per le comunità colpite dal lutto. Stamattina i funerali della 30enne Emma D’Auria a Pontecagnano, questo pomeriggio quelli di Vito Chechile a San Vito al Sele. Capaccio invece tributerà l’estremo saluto all’ultima delle vittime identificate, Gianfranco De Santis, mercoledì alle 9.30 nella Chiesa di Santa Maria Assunta a Licinella. Quattro persone accomunate da un unico tragico destino compiutosi in quello che è stato uno dei più gravi incidenti avvenuti fino ad ora sulla Cilentana. Emma D’Auria appena 30enne, laureata in lettere, educatrice ambientale, era di Pontecagnano dove era attiva nel circolo cittadino di Legambiente, ma, dopo l’esperienza lavorativa di un anno a Londra, viveva a Salerno. La passione per la natura la accomunava ad Annunziata Sorrentino, da tutti conosciuta come Tina, 50anni, di Cava de’Tirreni, un marito, due figli universitari. Era impiegata part time alla provincia di Salerno. Domenica sera le due donne viaggivano insieme sulla Fiat Bravo di Emma. Stavano tornando a casa, dopo aver seguito un corso di formazione per educatori ambientali tenutosi a Pollica, quando si sono scontrate frontalmente con la Mercedes del capaccese Gianfranco De Santis, 43enne, sposato, padre di due figli di 18 e 15 anni, storico titolare con i suoi genitori del ristorante “La Capannina” a Torre di Mare e comproprietario del camping “Ulisse”. La sua auto viaggiava in senso opposto in direzione sud verso Agropoli perché stava rientrando a casa. L’impatto tremendo ha causato il sollevamento della parte posteriore delle due auto. La fiat è così finita sopra il guard rail, la mercedes invece con la parte posteriore è salita sull’auto che viaggiava immediatamente dietro, sfondando il parabrezza. Si tratta dell’Alfa 156 guidata dall’ebolitano Vito Chechile, 53 enne, operaio di recente in cassa integrazione. Con lui sull’auto c’erano la madre, la moglie e una dei suoi tre figli, fortunatamente rimaste illese dopo l’impatto. Per loro infatti, dimesse dall’aospedale di Eboli, solo una prognosi di circa 20 giorni. “Sono state accertate violazioni gravissime dei limiti di velocità e dei principi di sicurezza” ha commentato il sostituto procuratore Alfredo Greco, titolare dell’inchiesta per far luce sulla vicenda. Oltre all’asfalto reso viscido dalla pioggia, infatti, questa volta c’è il contachilometri della Mercedes bloccato pare sui 145km/h a testimoniare l’alta velocità che avrebbe reso così drammatico l’impatto. Le responsabilità devono essere tutte appurate, ma non mancano le polemiche intorno a questa strada della morte, la Cilentana che dal 2001 ha fatto registrare ben 28 decessi. Così come risuona l’attacco del Sindaco Alfieri a Regione e Asl dopo che due dei deceduti sono stati estratti vivi dalle lamiere ma hanno perso la vita durante il trasferimento rpesso gli ospedali di Vallo e Battipaglia. “Se il preonto soccorso di Agropoli fosse stato ancora attivo- ha detto Alfieri- forse si sarebbero salvati”.
Daria Scarpitta