Ci vorranno almeno due settimane perché Bruno Humberto Damiani, detto “il brasiliano”, arrestato a Bogotà lo scorso 17 febbraio, rientri in Italia. Solo allora si potrà chiarire la sua posizione in merito ai reati contestatigli, l’estorsione per conto del clan Stellato di Salerno, e in merito al giallo dell’omicidio Vassallo per la risoluzione del quale viene considerato elemento chiave. Stando alle affermazioni, più volte riportate dai media, del suo legale, l’avvocato Michele Sarno, c’è piena voglia di collaborare da parte di Damiani tanto che è già stata inoltrata richiesta di trasferimento in Italia. Ma l’immediato chiarimento dell’assassinio dell’ex sindaco di Pollica non è così facile. Secondo quanto riferisce il suo avvocato, infatti, Damiani non saprebbe nulla del delitto Vassallo. Insomma “il brasiliano” è disponibile a collaborare, non frappone ostacoli all’estradizione e desidera essere interrogato dal Pm perché vuole chiarire la propria posizione sulle vicende estorsive, ma non essendo a conoscenza delle circostanze dell’omicidio e dunque della mano che avrebbe ucciso l’ex primo cittadino, qualora gli venissero poste domande di tal genere, non potrebbe che ribadire di non sapere nulla a riguardo. Non mancanza di volontà, dunque, ma ignoranza proprio dei fatti renderebbero non così immediata la relazione arresto Damiani-soluzione omicidio Vassallo. Resta però da chiarire perché ci siano ben due pentiti a chiamare in ballo Damiani in relazione al delitto, quel diverbio avuto con Vassallo sullo spaccio di droga nel Cilento e comunque il suo coinvolgimento in questo business che stava guardando con interesse alla piazza di Acciaroli.
Daria Scarpitta