Processo chernoby: il 9 aprile si entra nel dibattimento. Biagio Di Gruccio ha chiesto il dissequestro dei suoi terreni a Teggiano
Soddisfazione nel Vallo di Diano per la chiusura della udienza preliminare nel Processo Chernobyl celebratasi ieri mattina a porte chiuse presso il Tribunale di Salerno. Come chiesto dal Pm Martuscelli lo scorso 30 gennaio, il Gup Zarone ha rinviato a giudizio tutti e 38 gli imputati nella vicenda di smaltimento illecito di 980 mila tonnellate di rifiuti speciali che ha coinvolto il salernitano e alcuni terreni di San Pietro al Tanagro, San Rufo e Sant’Arsenio. Per il 39esimo che figurava tra gli indagati, Angelo Di Candia di Teggiano, non si è proceduto perché nel frattempo è deceduto. Dovrà essere giudicato invece Biagio Di Gruccio, 33enne di Teggiano, l’altro valdianese coinvolto nella vicenda, il cui avvocato ieri ha chiesto il dissequestro dei terreni di sua proprietà. Rinviati a giudizio tra gli altri, anche Franco Lettieri di Buccino, Pellegrino Cerino di Battipaglia, Rosario Pinto e Giovanni Pomposelli di Capaccio. I reati contestati ai vari imputati sono diversi, tra cui truffa aggravata ai danni di enti pubblici, falso, danneggiamento aggravato, gestione illecita di rifiuti inquinanti. Il più grave, però, resta quello di disastro ambientale il cui riconoscimento da parte del Giudice è stato salutato con soddisfazione dai legali dei Comuni costituitisi parte civile e degli Enti che stanno seguendo l’inchiesta. Anche perché con la seduta di ieri si sono allungati anche i termini di prescrizione che dovrebbero scadere nel maggio 2019. Il processo vero e proprio ora si aprirà il prossimo 9 aprile quando inizierà il dibattimento davanti alla Terza Sezione Penale del Tribunale di Salerno. Un momento considerato cruciale per capire meglio ciò che è accaduto e cosa è stato davvero interrato nei terreni salernitani. Ne è convito il Responsabile del Codacons Vallo di Diano, Roberto De Luca “Si va a processo velocemente- ha detto- È questo un modo per conoscere la verità indipendentemente dagli esiti. Anche se è rimasta in piedi l’ipotesi di disastro ambientale, ci auguriamo che le cose non siano state così drammatiche.” Durante il processo di ieri sono state anche respinte 3 richieste di costituzione di parte civile, quelle presentate dal partito Rifondazione Comunista, della Società Internazionale Medici per l’Ambiente e da un agricoltore di Montecorvino Rovella.
Abusi nell’Asilo di Vallo : slitta a maggio la sentenza per Soledad e gli altri 4 imputati
Ha subito uno slittamento il processo sui presunti abusi sessuali scoperti nel 2006 presso l’asilo delle suore di Santa Teresa del Bambin Gesù a Vallo della Lucania. Ieri, durante l’udienza a Salerno in cui avrebbe dovuto iniziare la discussione delle parti per addivenire poi, si sperava entro marzo, alla sentenza di secondo grado, c’è stato solo il tempo di ascoltare l’introduzione del Presidente del collegio giudicante, Claudio Tringali. Una relazione lunga, dettagliata, durata ben due ore, durante la quale sono stati ripercorsi i due anni di processo di primo grado, le motivazioni che hanno spinto all’Appello parti civili e imputati e tutto quanto ha segnato la vita di una trentina di famiglie e di Vallo della Lucania da circa 8 anni. Poi si è deciso di aggiornare il processo calendarizzando le prossime Udienze. La requisitoria del Procuratore Generale Maddalena Russo è attesa per il 4 aprile quando rilancerà le sue richieste alla Corte d’Appello, tenuto conto che Suor Soledad, la novizia peruviana principale imputata della vicenda, è già stata condannata a 8 anni di reclusione in primo grado e le sue due consorelle Agnese Cafasso e Giuseppina De Paola a circa sedici mesi per favoreggiamento, mentre le altre due persone i cui nomi saltarono fuori come legati alla vicenda in un secondo filone di indagine, il muratore e il fotografo, vennero assolti. Per aprile dovrebbe avere luogo anche la discussione dei legali delle parti civili, Poi il 9 maggio, toccherà alle arringhe degli avvocati della difesa. Dovranno passare dunque oltre due mesi prima di conoscere la sentenza di secondo grado sulla triste vicenda. Intanto Suor Soledad è ormai fuori dall’Italia. Le ultime notizie la vorrebbero a Lima in Perù.
Daria Scarpitta