“Il consiglio comunale di San Giovanni a Piro deve essere sciolto “. Per il Movimento Cinque Stelle e il Partito Democratico, l’amministrazione del sindaco Maria Stella Giannì non può più continuare a governare, per gravi e reiterate violazioni di legge. Ragioni per le quali il primo comma del testo unico per gli Enti Locali prevede, appunto, lo scioglimento del consiglio. A sollecitarlo il 3 aprile scorso al Ministro dell’Interno con un’interrogazione parlamentare sono stati tre deputati, due grillini Girolamo Pisano e Angelo Tofalo e la democratica Sabrina Capozzolo. Sotto accusa è finito l’eccesso di opere fuorilegge. “ Nel tenimento del comune di San Giovanni a Piro, ancora sprovvisto di strumenti urbanistici – si legge nel documento consegnato al Ministro – si moltiplicano con progressione esponenziale gli abusi edilizi, come comprovato dai rapporti dei carabinieri della compagnia di Sapri il cui comandate ha dichiarato alla stampa che il 70% degli abusi consumati in tutto il Basso Cilento si concentra nei comuni di San Giovanni a Piro e Camerota”. I tre deputati ricordano inoltre al Ministro che “il sindaco Giannì, in relazione ad una delle concessioni edilizie illegittime, è stato penalmente censurato per un’ipotesi di abuso d’ufficio e per effetto di questo, condannato alla pena di 1 anno di reclusione dal tribunale di Vallo della Lucania, con l’applicazione della prescrizione in sede d’appello e rinuncia al ricorso per cassazione”. Nell’interrogazione parlamentare viene tirato in ballo anche il comandate della polizia municipale perché sarebbe stato vittima di “ gravissime ritorsioni e violenze fisiche e morali per non aver assecondato illegittime disposizioni dell’amministrazione comunale “. Nella lunga relazione non è stato nemmeno dimenticato di evidenziare che sul responsabile dell’ufficio tecnico pende la richiesta di rinvio a giudizio per fatti legati proprio a vicende che hanno a che fare con l’edilizia urbana. Di quì la richiesta dei tre parlamentari al Ministro dell’Interno di valutare se vi sono i presupposti per lo scioglimento del consiglio sulla base di quanto previsto dal testo unico degli enti locali. Intanto vale la pena evidenziare che per la prima volta il movimento di Grillo e il partito di Renzi si uniscono per la stessa causa.
Antonietta Nicodemo