In agitazione gli immigrati ospiti a Palinuro. Quello che chiedono sono i documenti necessari per vivere in Italia autonomamente. Martedì mattina l’azione di protesta, che è rientrata in serata dopo avere ottenuto garanzie sulle loro richieste. Un gruppo ha indetto lo sciopero della fame entrando in contrasto con chi invece si opponeva a tale scelta. Una resistenza che ha dato origine a violenti litigi tanto da rendere necessario l’intervento dei Carabinieri. Tutto ha avuto luogo presso la struttura alberghiera che si è messa a disposizione della Caritas per accogliere oltre cento migranti, in gran parte originari della Gambia, della Nigeria e del Senegal. Persone scappate dalla loro Patria in cerca di fortuna in Italia. Da alcuni mesi trascorrono le giornate nell’accogliente residence cilentano in attesa che la Prefettura fornisca ad ognuno di loro la carta di identità e il permesso di soggiorno. Documenti, che chiaramente, saranno rilasciati solo a chi è in possesso dei requisiti necessari per poter rimanere sul territorio italiano. La lunga attesa ha mandato su tutte le furie cinque, sei di loro e ieri mattina hanno iniziato lo sciopero della fame chiedendo un incontro con un responsabile della Caritas; una delle organizzazioni nazionali coinvolte nel progetto per l’accoglienza e l’integrazione di chi cerca asilo politico. Per incoraggiare gli altri ad astenersi dalla colazione il drappello di manifestanti si sarebbe posizionato davanti alla porta d’ingresso della sala da pranzo ed avrebbe impedito gli altri a sedersi a tavola. Qualcuno ha aderito all’iniziativa qualcun altro si è opposto consumando regolarmente la colazione. La stessa cosa è accaduto all’ora di pranzo. Tra un pasto e l’altro gli animi tra le diverse fazioni si sarebbero surriscaldati. Chi non è riuscito a contenere la rabbia è esploso dando origine a pericolosi litigi. Per evitare il peggio è stato chiesto l’intervento dei carabinieri, immediatamente giunti sul posto per accertare quando stava accadendo. I militari hanno eseguito una serie di accertamenti per individuare i responsabili del clima di tensione che hanno trovato all’interno del centro d’accoglienza. Sull’esito dell’indagine non filtra nessuna notizia. Pare però che sei o sette rischiano la denuncia per rissa. Nel frattempo gli immigrati in agitazione hanno continuano la loro protesta pacificamente in attesa che giungesse un responsabile della Caritas. Intorno alle 17 è giunto a Palinuro il direttore della Caritas della Diocesi di Teggiano-Policastro don Vincenzo Federico che insieme al capitano dei Carabinieri della Compagnia di Sapri Emanuele Tamorri ha dato inizio ad una lunga mediazione che lentamente ha rasserenato gli animi ed ha fatto chiarezza sui tempi necessari per il rilascio della documentazione invocata dagli immigrati ospiti in riva al mare di Palinuro. Gli è stato precisato che si tratta di un iter lungo e complesso e anche garantito che sarà fatto di tutto affinchè possano presto godere del permesso di soggiorno. Da ieri sera lo sciopero della fame è sospeso ma non è escluso che gli immigrati più agguerriti contro la burocrazia tornino ad alzare la bandiera della protesta. Non è la prima volta che in centri d’accoglienza di questo tipo si verificano episodi del genere. In più occasione i carabinieri sono stati chiamati ad intervenire per sedare gli animi troppo agitati. Nell’albergo di Palinuro gli oltre cento immigrati godono di tutti i servizi, vengono coinvolti in corsi di lingua e ricevono una “paghetta” per le spese personali. Tutto questo è previsto dai progetti avviati in Italia a favore delle migliaia di persone in cerca di asilo politico. Un programma di interventi finanziato dall’Unione Europea e gestito dal Ministero degli interni attraverso una serie di organizzazioni nazionali. Fra queste c’è la Caritas , da sempre vicina ai più poveri.
Antonietta Nicodemo