Quasi un’adolescente di sesso femminile su cinque tende a giustificare gli atteggiamenti violenti subiti, ritenendoli non solo normali, ma quasi meritati, e l’8% legittima l’uso della forza nel rapporto a due. Sono questi solo alcuni dei dati emersi dalla ricerca sociale “Stereotipi ed atteggiamenti di genere tra gli adolescenti” presentati venerdì pomeriggio presso l’Auditorium “Cesarino” di Sapri. Il lavoro è stato realizzato nell’anno scolastico 2012- 2013 dagli operatori del Consultorio Familiare di Sapri, da sempre attivi nella prevenzione, in collaborazione con la Cooperativa sociale Ventidimare e il dott. Lorenzo Latella che hanno codificato e analizzato le risposte al questionario di 18 domande somministrate a 1169 ragazzi tra i 13 e i 20 anni frequentanti gli Istituti Superiori del Golfo di Policastro, un campione altamente rappresentativo della popolazione adolescenziale del territorio composta all’incirca da 3000 adolescenti. La ricerca, partendo dall’analisi delle reazioni personali agli episodi di violenza, e dalla diversa risposta fornita a episodi avvenuti nei contesti sociali frequentati e a quelli vissuti direttamente in prima persona in classe o nelle relazioni, arriva ad investigare sulle percezioni dei giovani relativamente alle questioni di genere e sugli episodi di violenza alle donne, e questo al fine di far emergere gli stereotipi adolescenziali per poi favorire l’avvio di azioni di prevenzione e recupero. E dalle risposte fornite sono venuti fuori, in un quadro generale di biasimo per gli episodi di violenza, la presenza di convinzioni, atteggiamenti e stereotipi di genere rigidi, radicati già in età adolescenziale, dove l’uomo mantiene una posizione dominante nella società rispetto alla donna e dove, in alcuni casi, la violenza viene giustificata e considerata normale. C’è un buon 20% di maschi che attribuisce non a responsabilità personali ma a fattori esterni come la droga o l’alcool gli atti violenti, trovandovi così una giustificazione e, cosa ancora più grave, che anche una parte ,seppur minima di ragazze, sia per la normalizzazione di tali processi, se si pensa che il 18% del campione femminile si mostra d’accordo con l’affermazione che le donne certe volte gli schiaffi te li levano proprio dalle mani. L’atto violento viene visto come giustificabile in quanto conseguenza di una provocazione da parte della donna e quindi socialmente accettabile, mentre il corpo della donna è ancora l’elemento che provoca la reazione e dunque giustifica la violenzala. Dopo la presentazione di questi risultati, ieri è emersa la necessità di ripartire da capo. tutte le agenzie di socializzazione: famiglia, scuola, operatori sociali e sanitari devono mettere in campo una nuova strategia affinché vengano messi in atto interventi rieducativi che portino ad una rappresentazione più equilibrata dei rapporti di genere.
Daria Scarpitta