Avrebbero inquinato il fiume Cavarelli che attraversa il territorio comunale di Sassano. La Procura della Repubblica di Lagonegro, al termine dell’indagine scattata a seguito degli esposti presentati anche dal Codacons , ha denunciato per smaltimento illecito di rifiuti cinque aziende che operano a ridosso del fiume. A finire sotto inchiesta sono stati i titolari di tre caseifici, un’autolavaggio ed un’azienda di produzione gastronomica. Per alcuni di loro è scattata anche la denuncia per aver depositato liquidi infiammabili in assenza delle prescritte autorizzazioni. Uno dei proprietari dei caseifici è stato sanzionato perché, secondo i carabinieri del comandate della compagnia di Sala Consilina Emanuele Corda, avrebbe emesso una quantità eccessiva di acque di scarico nell’impianto di depurazione. Toccherà alla regione Campania, resposanbile in materia, definire l’entità della multa, che da un minimo di tre mila euro potrebbe arrivare ad un massimo di 30 mila. L’inchiesta giudiziaria punta a ristabilire la legalità lungo il fiume, più volte vittima di inquinamenti che sono stati denunciati alla Procura, proprio per risalire ai responsabili. Per il momento alcuni di questi sarebbero le cinque aziende individuate dai militari del Nor con il supporto dei carabinieri antisofisticazione ed ecologico di Salerno, al termine delle indagini eseguite negli ultimi due mesi all’interno delle imprese che operano nei pressi del fiume. Ora i titolari delle cinque aziende rischiano di finire sotto processo per violazioni di carattere penale . Nell’agosto scorso il Codacos del Vallo di Diano presentò un eposto in procura contro ignoti . “ A quanto pare – afferma il referente dell’associazione Roberto De Luca – le indagini sono chiuse ed hanno mostrato come quello che andavamo denunciando da anni non era frutto della nostra immaginazione ma oggetto di evidente e reiterato reato ambientale. Purtroppo – continua – non c’è molto da festeggiare anche perché il fiume è completamente privo di pesci e forse l’inquinamento è arrivato nei sedimenti del suo fondale, fatto che se confermato richiederebbe un’adeguata bonifica”.
Antonietta Nicodemo