Barba e capelli incolti, il volto segnato, un’immagine diversa da quella delle ultime apparizioni in pubblico. Lo hanno ritrovato così alle prime luci dell’alba i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Salerno e i militari della Compagnia di Sala Consilina. Biagio Maceri, il titolare del materassificio Bimaltex, unico responsabile dell’incendio di Montesano sulla Marcellana che costò la vita alle due operaie Anna Maria Mercadante e Giovanna Curcio, è stato rintracciato e arrestato nel blitz di martedì mattina. Era in un casolare di proprietà di un suo familiare, in una zona impervia e montuosa di Tortora, il suo paese d’origine nel cosentino. Non ha fatto resistenza quando i militari lo hanno sorpreso e hanno posto fine ad una latitanza che andava avanti da nove mesi, dal marzo scorso quando gli era giunta la condanna definitiva della Cassazione a otto anni di reclusione e lui si era reso irreperibile. Gli ultimi mesi li aveva trascorsi così, spostandosi di continuo tra la Basilicata e la Calabria più volte anche nello stesso giorno e, molto spesso a piedi. E’ stato subito chiaro infatti agli inquirenti che Maceri fosse abituato a camminare nei boschi, che li conoscesse bene e che quello non fosse l’unico casolare dove aveva soggiornato, novello brigante dei nostri tempi che con un colpo di scena aveva tentato di riscrivere una storia già tragica e tortuosa iniziata quella maledetta mattina del 5 luglio. Un tentativo disperato di sottrarsi alla giustizia quello di Maceri che però si è dovuto arrendere alla caparbietà delle forze dell’ordine. La beffa per le famiglie delle vittime che, giunte alla condanna definitiva, avevano visto svanire nel nulla il responsabile di tutta la vicenda, non c’è più. Maceri è stato rinchiuso nella casa circondariale di Sala Consilina . “E’ il naturale corso della giustizia- ha detto l’avvocato Renivaldo La Greca, difensore di una delle parti civili- Non proviamo nessuna particolare gioia o soddisfazione. Avremmo preferito che non ci fosse alcun incendio. Nessun morto e nessun arrestato”. Intanto le indagini sono ancora in corso. Pare infatti che al momento del fermo Maceri non fosse da solo. E’ inoltre necessario appurare se qualcuno lo abbia aiutato, anche a sostenersi, in questi mesi di latitanza. Non è escluso in questo caso che si possa aprire un nuovo procedimento per favoreggiamento.
Daria Scarpitta