Scoppia il caso eternit ad Agropoli. Dopo la denuncia di Giovanni Basile , presidente dell’associazione di difesa del territorio “Camelot”, l’attenzione nella cittadina cilentana è tutta puntata sul castello medioevale che domina Agropoli e al cui centro è stato individuato e accertato con tanto di documentazione fotografica un deposito di amianto. Dopo la segnalazione di un cittadino, l’associazione ha effettuato un sopralluogo alla presenza anche di un ingegnere ambientale e ha riportato queste immagini che testimoniano la presenza di un cumulo di residui al centro del castello. Secondo quanto scrive Basile sul suo blog “ all’atto dell’acquisto del maniero sulla stanza nella quale è riposto l’eternit vi era una tettoia, in cemento amianto che poi è stata smantellata . Il materiale rimosso, anziché essere smaltito , è stato riposto nell’area che ora è priva di copertura “, a parte un telo verde forato che la ricopre, ed è dunque un pericolo per turisti e cittadini che potrebbero inalare le particelle di eternit molto pericolose. Il deposito, ancora presente si trova al di là della porta che si affaccia sulla Piazza d’Armi ed è posto accanto alla Sala dei Francesi, quindi nel pieno del castello. E’ una zona delimitata da un muretto e non visitabile ma l’amianto, le cui particelle invisibili, come è noto, sono cancerogene, è all’aperto, esposto alle intemperie. Basile chiede che venga fatta chiarezza . “Come è possibile- scrive – una cosa del genere al centro di una città, in una zona densamente abitata?” e soprattutto chiede di sapere chi ha disposto lo smantellamento della tettoia, quale ditta ha eseguito il lavoro e se ha adoperato tutte le procedure di sicurezza “Sono certo- chiude Basile –che a queste domande non ci saranno risposte ma chiediamo che venga immediatamente interdetto l’accesso al sito e sia rimosso tutto il materiale”. E in effetti la risposta ufficiale che arriva dall’amministrazione comunale è piuttosto stringata. Il Sindaco di Agropoli Franco Alfieri sul caso si è limitato a precisare :”Il materiale in questione è depositato in una zona già interdetta al pubblico e, pertanto, non visitabile. E’ già stata programmata un’azione di recupero e riqualificazione, con relativa pulizia e messa in sicurezza, dell’area”.
Daria Scarpitta