Da lunedì notte il parroco di San Costantino di Rivello è agli arresti domiciliari con l’accusa di aver adescato, attraverso un social network, minorenni che avrebbe pagato per consumare rapporti sessuali. Gli incontri proibiti sarebbero avvenuti a Policoro e Nova Siri. Il vescovo della diocesi di Tursi Lagonegro monsignor Francesco Nolè senza esitare ha già adottato severi provvedimenti nei suoi confronti. Difatti il parroco, di 49 anni, originario di Rivello, è stato sospeso “a divinis” ed esonerato dalle funzioni e da ogni attività sacerdotale. Il vescovo lucano ha nominato un avvocato a tutela dell’immagine della diocesi. L’indagine giudiziaria che ha travolto Don Tonino ha interessato varie località italiane. Oltre al parroco sono finite sotto inchiesta altre sette persone, di cui cinque hanno l’obbligo di firma giornaliera presso la poizia giudiziaria; le altre due, come don Tonino, sono agli arresti domiciliari in attesa di nuove disposizioni. L’inchiesta, condotta dalla procura di Potenza, è scattata due anni fa quando gli incontri di un ragazzino con alcuni adulti ha insoppesttio la sorella maggiore. Il minorenne, succesivamente, con l’aiuto di psicologi avrebbe raccontato di aver avuto rapporti sessuali con questi uomini che lo avrebbero pagato per abusare di lui e ad approfittare del ragazzino sarebbe stato anche il parrocco di San Costantino. In un comunicato stampa monsignor Nolè esprime il suo dolore per l’accaduto. “Sono sorpreso della notizia del fermo giudiziario di don Antonio Calderaro accusato dell’ignobile reato di abuso su minore. Il primo pensiero di richiesta di perdono e di sostegno spirituale va alla vittima – scrive il vescovo- e alla sua famiglia riservandomi di incontrarla al più presto per una vicinanza piu concreta e solidale”
Antonietta Nicodemo