Nell’ambito dei servizi di tutela dell’economia, a presidio del corretto funzionamento del sistema economico e finanziario, i Militari della Tenenza di Sapri (SA), sotto la direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vallo della Lucania (SA), hanno portato a termine una complessa ed articolata operazione che ha permesso di scoprire una delle più grandi frodi fiscali nel settore dei servizi di alloggio e di ristorazione.
L’attività investigativa coordinata dal Procuratore Capo della Repubblica dott. Giancarlo GRIPPO e dai Sostituti Procuratori dott.ssa Valeria PALMIERI e dott.ssa Ivana NIGLIO, ha accertato la commissione, da parte di cinque persone indagate, di numerosi reati fallimentari, tra cui la bancarotta “documentale”, perpetrata mediante la sottrazione di parte delle scritture contabili, in modo da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio, e, soprattutto, la bancarotta “patrimoniale”, attuata col sistematico occultamento di beni della società fallita, attraverso, fra l’altro, fittizie cessioni di cespiti ad altre società, tutte riconducibili alle stesse persone indagate.
Durante i numerosi appostamenti, finalizzati a riscontrare l’effettiva funzionalità delle strutture turistico ricettive, i Militari hanno constatato che i gestori della sala ricevimenti, al fine di occultare elementi positivi di reddito al Fisco, a fronte dei pagamenti effettuati da numerose coppie di sposi non rilasciavano alcuna documentazione di natura fiscale.
In particolare la grande mole di denaro provento di evasione fiscale nella gestione di servizi di ristorazione, cerimonie nuziali, meeting ed eventi, dopo essere stata depositata su libretti al portatore e/o certificati di deposito intestati a persone inesistenti o a terzi estranei ed inconsapevoli, veniva successivamente messa a disposizione sui conti personali dei soci della società di gestione e dei rispettivi nuclei familiari.
Nei confronti dell’amministratore di fatto – ritenuto il vero dominus dell’illecito disegno, è stata eseguita l’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari. I reati contestati con l’avviso di conclusione delle indagini, notificato anche nei confronti di altri 4 soggetti, sono quelli di Bancarotta Fraudolenta, di cui all’art. 216, primo comma, n. 1 e 2 ed art. 223 del Regio Decreto 16 marzo 267, Sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, di cui all’art.11 del D.Lgs. 10 marzo 2000, n, 74 e di False comunicazioni sociali di cui all’art.2621 codice civile.
In un’ottica di concreta e fattiva azione a tutela degli interessi erariali statali, sono state disposte dal G.I.P. – dott.ssa Valeria CAMPANILE, anche misure cautelari reali, che hanno permesso di sequestrare nei confronti degli indagati beni e disponibilità finanziarie per circa 7 milioni di euro.
L’attività espletata testimonia il costante impegno della Guardia di Finanza nell’assolvimento della propria missione istituzionale, volta al contrasto della criminalità economica e finanziaria e all’“aggressione” ai patrimoni illeciti accumulati, resa possibile dall’Autorità Giudiziaria competente, soprattutto nell’attuale contesto storico, caratterizzato da una sempre maggiore congiuntura economica.