Giornata di ripresa nel Golfo di Policastro. Dopo l’arrivo dell’autobotte per sopperire all’assenza di acqua nel weekend nei paesi di Caselle in Pittari, Santa Marina capoluogo, Ispani capoluogo, San Cristoforo e Sicilì, si è tornati all’interruzione regolare nelle ore serali, consentendo di pianificare meglio l’uso della risorsa ad abitazioni civili ed attività. Nella giornata di lunedì a Caselle l’autobotte è andata avanti a pompare acqua fin dopo la mezzanotte rifornendo chi ne aveva bisogno per un totale di 300 q di acqua che hanno consentito un attimo di respiro in piena crisi idrica. Intanto si va avanti per dare soluzioni più concrete. Mentre la Consac attende in settimana le decisioni della Giunta regionale per programmare interventi più consistenti, si è corretto il tiro anche sulla soluzione prospettata nell’immediato, ossia l’acquisto del potabilizzatore da utilizzare sul lago Sabetta. Il geologo Ortolani lo aveva sottolineato nell’intervista rilasciata a 105 Tv: “Perché acquistare un potabilizzatore quando qualche centinaio di metri prima l’acqua esce dalle sorgenti già purae potabile?” E in effetti probabilmente già nella giornata di domani verrà effettuato un sopralluogo dagli enti preposti alle sorgenti Fistole per verificare che tipo di intervento mettere in atto per prendere l’acqua direttamente da lì. Questa soluzione dovrebbe essere meno costosa e più immediata. Si tratterebbe infatti di utilizzare una tubazione che, attingendo da Fistole, trasporti la risorsa per circa un km e poi di realizzare una piccola stazione di pompaggio per spingere l’acqua nella rete di adduzione che dal Cervati arriva nei vari paesi oggi assetati. Un intervento che eviterebbe l’acquisto del potabilizzatore perché, ovviamente fatte le analisi del caso, l’acqua alle sorgenti sarebbe già potabile, che non avrebbe grosse infrastrutture da realizzare e che dovrebbe risolvere il problema già nel giro di poche settimane. Una bella notizia che potrebbe essere confermata nei prossimi giorni. Si tratta anche qui di una soluzione emergenziale, a cui dovranno poi seguire interventi di approvvigionamento idrico definitivi e risolutivi. Di certo, però, si conferma ancora una volta che l’acqua c’è e che la sete origina dai mancati investimenti di questi decenni. A quanto pare, la sorgente da cui si attingerebbe con questa soluzione avrebbe una capacità di 60-70 litri al secondo e per dare acqua ai paesi oggi in difficoltà ne basterebbero 20 o 30.
Daria Scarpitta