Il personaggio può suscitare curiosità perché i necessari adempimenti di legge, a cui tutti si assoggettano, sono ignorati.
Ma un Sindaco che assume in sè, con estrema naturalezza, poteri straordinari con scarne e lacunose motivazioni in funzione di un superiore interesse pubblico posto a paravento, è un pericolo per l’ordine costituito.
L’uso del potere è un esercizio rischioso che richiede saggezza, avvedutezza, buon senso.
Certo per chi è assetato di notizie non c’è di meglio, ma v’è il rischio di far passare il sindaco trivellatore come un eroe. E questa sarebbe una grande bufala.
Ci troviamo infatti di fronte alla negazione delle regole che per prima la pubblica amministrazione dovrebbe osservare. L’esempio che purtroppo si diffonde è quello che lo strapotere e la prevaricazione pagano quando però ci si confronta con chi non ha strumenti di difesa o contro chi preferisce osservare le regole o quando la giustizia è lenta o inefficace. Il trivellatore ha scoperto l’acqua, ma si tratta di un semplice pozzo di cui il nostro territorio è pieno. Non si tratta di acqua nel deserto né il trivellatore ha potere taumaturgici. La prepotenza arriva poi al punto di impossessarsi con violenza di un serbatoio idrico, forzandone l’accesso e senza alcun preavviso, e di immettervi, attraverso un foro praticato nella parete, l’acqua proveniente dal pozzo realizzando in tal modo un’alterazione della risorsa idropotabile già presente. Tutto ciò sulla base di un’ordinanza che nessuno conosce datata 11 agosto 2018 e che in barba alle inserite raccomandazioni di massima diffusione è pubblicata all’albo pretorio, a cose fatte, solo il 28.8.2017.
Oggi, il trivellatore dichiara la potabilità dell’acqua del pozzo trivellato sulla base di una certificazione effettuata da uno laboratorio privato, ignorando che solo l’ASL è abilitata ad autorizzare l’immissione nel sistema idrico di acqua non precedentemente monitorata, semmai dopo un periodo di osservazione per valutarne le alterazioni nel tempo e sempre con successivo ulteriore autocontrollo del gestore sulla base di un programma concordato.
Quali parametri sono stati controllati ? Con quale metodologia di analisi ? Dov’è pubblicato il referto di analisi ? Di quali accreditamenti dispone il laboratorio privato utilizzato? Chi ha prelevato il campione ? Chi assicura i cittadini che la risorsa, semmai potabile all’origine, lo sia fino al rubinetto, contenga cioè la quantità di 12 parti per milione di ipoclorito necessario a preservarne la potabilità dai possibili inquinamenti che incontra nel suo percorso?
Questi solo alcuni dei quesiti di questa squallida vicenda per la quale nell’estate vacanziera è difficile ottenere risposte dalle autorità competenti .
Il trivellatore ha gioco facile, piccona da una televisione di cui direttore responsabile è la moglie e dove appare con frequenza intervistato da una giornalista sicuramente indipendente: la moglie.
Ogni ulteriore commento è superfluo.
Ma un Sindaco che assume in sè, con estrema naturalezza, poteri straordinari con scarne e lacunose motivazioni in funzione di un superiore interesse pubblico posto a paravento, è un pericolo per l’ordine costituito.
L’uso del potere è un esercizio rischioso che richiede saggezza, avvedutezza, buon senso.
Certo per chi è assetato di notizie non c’è di meglio, ma v’è il rischio di far passare il sindaco trivellatore come un eroe. E questa sarebbe una grande bufala.
Ci troviamo infatti di fronte alla negazione delle regole che per prima la pubblica amministrazione dovrebbe osservare. L’esempio che purtroppo si diffonde è quello che lo strapotere e la prevaricazione pagano quando però ci si confronta con chi non ha strumenti di difesa o contro chi preferisce osservare le regole o quando la giustizia è lenta o inefficace. Il trivellatore ha scoperto l’acqua, ma si tratta di un semplice pozzo di cui il nostro territorio è pieno. Non si tratta di acqua nel deserto né il trivellatore ha potere taumaturgici. La prepotenza arriva poi al punto di impossessarsi con violenza di un serbatoio idrico, forzandone l’accesso e senza alcun preavviso, e di immettervi, attraverso un foro praticato nella parete, l’acqua proveniente dal pozzo realizzando in tal modo un’alterazione della risorsa idropotabile già presente. Tutto ciò sulla base di un’ordinanza che nessuno conosce datata 11 agosto 2018 e che in barba alle inserite raccomandazioni di massima diffusione è pubblicata all’albo pretorio, a cose fatte, solo il 28.8.2017.
Oggi, il trivellatore dichiara la potabilità dell’acqua del pozzo trivellato sulla base di una certificazione effettuata da uno laboratorio privato, ignorando che solo l’ASL è abilitata ad autorizzare l’immissione nel sistema idrico di acqua non precedentemente monitorata, semmai dopo un periodo di osservazione per valutarne le alterazioni nel tempo e sempre con successivo ulteriore autocontrollo del gestore sulla base di un programma concordato.
Quali parametri sono stati controllati ? Con quale metodologia di analisi ? Dov’è pubblicato il referto di analisi ? Di quali accreditamenti dispone il laboratorio privato utilizzato? Chi ha prelevato il campione ? Chi assicura i cittadini che la risorsa, semmai potabile all’origine, lo sia fino al rubinetto, contenga cioè la quantità di 12 parti per milione di ipoclorito necessario a preservarne la potabilità dai possibili inquinamenti che incontra nel suo percorso?
Questi solo alcuni dei quesiti di questa squallida vicenda per la quale nell’estate vacanziera è difficile ottenere risposte dalle autorità competenti .
Il trivellatore ha gioco facile, piccona da una televisione di cui direttore responsabile è la moglie e dove appare con frequenza intervistato da una giornalista sicuramente indipendente: la moglie.
Ogni ulteriore commento è superfluo.
( COMUNICATO STAMPA )