E’ stata dedicata alle vittime delle migrazioni, oltre 15 mila negli ultimi due anni, la celebrazione della 104esima Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato che la Diocesi di Teggiano-Policastro ha tenuto domenica a Polla presso il Convento di Sant’Antonio. Filo conduttore sono stati il ricordo indelebile delle 26 migranti nigeriane giunte morte al porto di Salerno , alcune delle quali tumulate nel Vallo di Diano e la storia di Augustine, il bimbo anche lui giunto senza vita a Salerno, la cui famiglia è ospite presso la struttura di Policastro. C’erano anche i suoi genitori domenica, assieme ai sindaci di Polla, Montesano, Sala , Atena e Sassano, Comuni che hanno messo a disposizione un posto nei loro cimiteri per alcune vittime di queste tragedie. L’immagine del Vallo di Diano che è emersa in questa Giornata è stata quella di un territorio piccolo ma che è diventato sinonimo di accoglienza e integrazione. E’ è stato il primo a rispondere alle nuove migrazioni,il primo ad accettare poi il sistema degli Sprar, ha vissuto le tensioni che tutto ciò inevitabilmente comporta ma è stato anche culla di storie positive di affetto, condivisione , di rinascita. Storie che sono state raccontate, attraverso testimonianze dirette, in questa giornata dove cittadini e ospiti delle strutture si sono mescolati e hanno partecipato insieme alla celebrazioni, ascoltando gli interventi, cantando e pregando dinanzi alle autorità, ciascuno nella propria lingua e secondo la propria cultura. Momenti toccanti , partiti dalla lettura del messaggio di Papa Francesco e dall’attenzione ai 4 verbi da lui individuati: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Verbi a cui il Vallo di Diano si è ispirato in questi anni. Alle celebrazioni erano presenti il console della Nigeria, il direttore dellla Caritas Don Martino, Don Vincenzo Federico da sempre attivo sul tema della solidarietà e il vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro , Mons. Antonio De Luca, che sulle migrazioni nell’ultimo periodo ha incentrato il suo impegno pastorale e che è tornato a ribadire che non ci si può chiamare fuori dalla sorte di questi fratelli, spinti ad abbandonare le loro terre ha detto, proprio dalle contraddizioni lì introdotte dalle nostre nazioni. Tra gli amministratori il sindaco di Polla, da padrone di casa, ha portato all’attenzione generale l’esperienza della sua comunità dove, ha detto, il progetto di integrazione è riuscito.
Daria Scarpitta