Si dimetterà a breve dall’incarico in Regione Campania. Franco Alfieri lo ha annunciato nella sua prima intervista da candidato a Il Mattino. Non vuole utilizzare il ruolo di capo staff all’interno della competizione e dunque correrà da semplice candidato. La prossima settimana la formalizzazione delle dimissioni, ma intanto l’agenda è già fitta di impegni. Ieri sera ha partecipato ad un incontro con i componenti del PD di Agropoli e ha annunciato: “Nel corso di questa campagna elettorale sarò presente nei 96 comuni del collegio Alburni, Cilento e Vallo di Diano. Un territorio che amo profondamente e conosco palmo a palmo. “ D’altra parte lo slogan è già pronto: passione, esperienza e concretezza e i manifesti già bell’e stampati. Passato il periodo delle incertezze che gli avevano fatto temere una nuova esclusione dalle candidature, è l’ora per Alfieri di lavorare per racimolare ancora una volta il suo proverbiale consenso in quella che pare già delinearsi come una campagna paese per paese, porta a porta. E se Alfieri ci tiene a sottolineare il carattere condiviso della sua candidatura, perché sostenuta da almeno 470 firme di esponenti del partito e amministratori del territorio, nel Pd valdianese serpeggia il malumore per un territorio che, a causa di divisioni interne, non ha saputo esprimere una candidatura pesante come quella di Tommaso Pellegrino. Per l’uninominale al Senato corre in realtà Filomena Gallo di Teggiano, ma il nome del Presidente del Parco era stato caldeggiato fino alla fine da una parte del Pd che aveva sperato di essere rappresentato dal personaggio al momento più in vista del comprensorio. Pellegrino sin da subito aveva fatto un passo indietro, conformandosi ai voleri del partito, come ha ribadito in un suo messaggio pubblico: “Dopo aver dato inizialmente la mia disponibilità, ho deciso di non partecipare e di sostenere la candidatura indicata dalla segreteria provinciale del Pd in quanto le parole responsabilità e coerenza devono essere azioni concrete. ” Ma la scelta era stata sofferta come appare dalle sue affermazioni successive: “Non posso nascondere l’amarezza – ha scritto – nel vedere qualche “paladino del Territorio “, che invoca unità territoriale esclusivamente quando si tratta di conservare la propria “poltroncina”.” Il riferimento è stato ancora più chiaro quando nel corso di un incontro a Polla il Presidente ha fatto notare che il partito locale è stato unito nel nominare il consigliere provinciale o il presidente della conferenza dei sindaci, ora invece, si assiste, ha detto, al “trionfo della mediocrità di un territorio rimasto senza rappresentanza né unità per litigi e invidie.”