“Venticinque morti e cinquantotto feriti “ è il bilancio dell’attività venatoria svolta nel 2017 su tutto il territorio nazionale . Numeri che testimoniano la gravità del fenomeno del bracconaggio e quindi della facilità con cui si continuano a trasgredire le norme per una caccia sicura. Tra gli incidenti mortali, anche episodi che hanno interessato anche Comuni del Cilento. “ Purtroppo – afferma Piernazario Antelmi delegato per la Campania del wwf – i numeri in aumento dei reati contestati e delle vittime di caccia, fanno ritenere che il bracconaggio è in crescita nonostante il numero dei cacciatori sia in flessione anno per anno. Quello che più preoccupa è che la maggior parte dei reati a danno della fauna selvatica e dell’ambiente, siano commessi all’interno di aree protette regionali o nazionali “. Nel resoconto della stagione venatoria appena terminata c’è anche una lunga lista di uccisioni di specie protette e di episodi gravi di maltrattamenti ai danni di animali selvatici. Per il wwf Campania le responsabilità di tutto questo è anche delle regioni “ che – secondo l’associazione ambientalista – continuano a produrre norme sempre a vantaggio dei cacciatori e contro la tutela degli animali e della natura”. Per il wwf occorre investire di più nei controlli dei territori a rischio bracconaggio e incendi. Un’attività che nell’ultimo anno ha impegnato le Guardie Volontarie del wwf e i Carabinieri forestali, in virtù anche di un importante accordo per la prevenzione e repressione dei reati ambientali. Nonostante le campagne di sensibilizzazione, però, si continua a morire di caccia e a sparare contro specie protette.
Antonietta Nicodemo