La Sezione Operativa della DIA di Salerno ha eseguito una misura di prevenzione patrimoniale emessa dal Tribunale di Salerno, su proposta del Direttore della DIA, nei confronti di un imprenditore pregiudicato operante nel settore delle onoranze funebri considerato contiguo allo storico clan camorristico “MARANDINO”, tuttora attivo a Capaccio-Paestum (Sa) e in altri Comuni della Piana del Sele.
Con lo stesso provvedimento, il Tribunale di Salerno ha anche disposto la confisca, previo sequestro, di beni e partecipazioni societarie intestate sia alla moglie, sia ai terzi interessati.
Gli accertamenti patrimoniali scaturiscono dall’analisi delle diverse vicende processuali che, nel tempo, hanno interessato l’imprenditore.
A suo carico, infatti, già nel 2003 figura una condanna del Tribunale di Salerno per il reato i bancarotta fraudolenta, condotta delittuosa che poi ha reiterato nel 2008, con analoghe conseguenze adottate dal Tribunale di Napoli.
Per delineare il profilo criminale dell’uomo va ricordato che nel 2014, l’imprenditore fu arrestato nell’ambito dell’operazione “PARMENIDE”, proprio con il boss Giovanni Marandino ed altre persone, tutte ritenute organiche al clan dedito alle estorsioni e al prestito di danaro dietro corresponsione di tassi di interesse usurari, mediante condotte poste in essere con l’aggravante del metodo mafioso.
L’uomo, in quella circostanza, fu ritenuto reo del tentativo di estorsione perpetrato nei confronti di un imprenditore locale, anch’egli titolare di una ditta di onoranze funebri, settore particolarmente delicato in cui il clan aveva deciso di investire, per creare una sorta di monopolio nei territori di Agropoli e Capaccio-Paestum.
Per la vicenda, l’imprenditore capaccese, è stato condannato in primo grado alla pena di anni 6 e 4 mesi di reclusione, poi ridotta in Appello e pendente tuttora in Cassazione.
Nel corso delle operazioni sono stati sottoposti a confisca, previo sequestro:
Una società del settore onoranze funebri con sede legale a Capaccio-Paestum oltre a tutti i beni strumentali e ogni altro bene destinato all’attività d’impresa, nonché i rapporti di credito societari e 12 autovetture integranti il patrimonio sociale;
Una onlus di pubblica assistenza con sede legale ad Agropoli oltre a tutti i beni strumentali e ogni altro bene destinato all’attività d’impresa, nonché i rapporti di credito societari, 4 auto, 13 ambulanze e 1 carro per il soccorso stradale.
Un immobile costituito da diversi locali commerciali a Capaccio-Paestum (Sa), su un’area di circa 1000 mq. comprensiva anche di tre terreni, la cui rendita attuale annua di locazione a esercenti locali è di circa 55.000 euro;
Una Maserati Quattroporte
Diversi rapporti bancari riconducibili al proposto e alle due società, per un valore complessivo di circa 3 milioni di euro.
Al termine delle operazioni, tutti i beni sottoposti a confisca sono stati messi nella disponibilità dell’amministratore giudiziario, nominato dal Tribunale di Salerno.
COMUNICATO STAMPA