Si chiude dopo nove anni la vicenda giudiziaria che a Torraca ha visto contrapposti l’ex funzionario del Comune Antonio Pompeo Abbadessa e l’ex sindaco Daniele Filizola. La Cassazione ha sostenuto ancora una volta le ragioni di Abbadessa, respingendo il ricorso presentato dall’ex primo cittadino a cui erano già state sfavorevoli le pronunce del Tribunale di Lagonegro in primo grado e della Corte d’Appello di Potenza in secondo grado. Filizola era stato condannato ad un anno di reclusione e al risarcimento del danno nei confronti della parte civile per la revoca di Abbadessa dall’incarico di responsabile dell’area finanziaria, assunta nel 2009 quando era sindaco di Torraca. Una decisione che comportò anche la fine della corresponsione delle relative indennità economiche legate alla funzione dirigenziale di Abbadessa. Secondo la Corte d’Appello Filizola avrebbe agito in una prospettiva punitiva nei confronti del dipendente comunale, di lì a poco candidatosi tra le fila della minoranza e non , come sostenuto dai legali dell’ex primo cittadino, per dare il via ad un nuovo assetto organizzativo del Comune al fine di contenere la spesa pubblica, assumendo in prima persona l’incarico . Contro questa sentenza di secondo grado Filizola aveva presentato ricorso denunciando vizio di motivazione ed errata interpretazione del regolamento comunale a causa della mancata disamina di numerosi atti amministrativi che sostenevano la natura necessaria del provvedimento di revoca. La Cassazione ha ritenuto tuttavia che il ricorso ha portato a deduzioni nuove rispetto a quanto contenuto nelle motivazioni dell’appello e, irrilevanti rispetto all’accusa di abuso d’ufficio al centro del contendere. Per la Suprema Corte l’esigenza di dotare il Comune di una nuova organizzazione doveva essere esplicitata prima della revoca del funzionario e il contenimento della spesa doveva essere documentato ogni anno con apposita delibera. Di qui il rigetto del ricorso e la condanna di Filizola al pagamento delle spese processuali e di duemila euro in favore della Cassa delle ammende.
Daria Scarpitta