Si sono dimessi dal loro incarico il sindaco e il vicesindaco di San Mauro Cilento finiti ai domiciliari assieme ad altre sette persone nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti pilotati e la gestione clientelare del Comune. Nella giornata di ieri hanno protocollato la lettera con cui rimettono il mandato al centro proprio della vicenda scoperta in seguito alle indagini coordinate dalla Procura di vallo della Lucania e svolte dai Carabinieri della Stazione di Pollica, diretti dal Maresciallo Maggiore Lorenzo Brogna. Intanto sono iniziati gli interrogatori di garanzia. Nel primo pomeriggio di oggi l’audizione da parte del gip del vicesindaco Fernando Marrocco al termine della quale il suo legale, l’avvocato Franco Maldonato , ha formalizzato l’istanza di revoca delle esigenze cautelari. Una decisione a cui puntano un po’ tutti i difensori in questa fase. Questi primi interrogatori, infatti, sono diretti ad incidere proprio sulla misura degli arresti ai domiciliari e le dimissioni sono un tassello che va a sostenere tali istanze poiché andrebbe ad incidere sulle motivazioni alla base di questi provvedimenti cautelari. Questi giorni saranno dunque decisivi per le sorti degli indagati. L’interrogatorio dell’ex primo cittadino Carlo Pisacane avrà luogo domani. Intanto, preso atto delle dimissioni, a cui si aggiungono anche quelle del consigliere Fabrizio Cusatis, potrebbe modificarsi anche il ruolo previsto per il commissario Rosa Della Monica, fino ad ora chiamata solo a svolgere il compito di Sindaco e Giunta e ora sempre più proiettata verso il traghettamento del Comune fino a nuove elezioni. Nessun cambiamento, invece, per ciò che attiene la figura del segretario comunale. Quello coinvolto nella vicenda giudiziaria, Claudio Auricchio, era in pensione e non svolgeva più dunque alcun incarico presso i Comuni doveva aveva lavorato in questi ultimi anni. La vicenda era partita dalla denuncia della presidente di una cooperativa addetta al trasporto scolastico e spinta a lasciare il servizio in favore di un cugino della moglie del sindaco Pisacane. Da lì erano scattate le indagini e le intercettazioni che avevano rivelato un modus operandi teso nel conferimento di appalti e incarichi ad una gestione familistica del Comune.
Daria Scarpitta