La Corte di Cassazione ribalta i due precedenti gradi di giudizio e sentenzia che Maria Ricchiuti era incompatibile e non poteva dunque conservare il doppio incarico di sindaco di Novi Velia e consigliere della Regione Campania. La notizia è arrivata nella giornata di ieri e anche se non avrà conseguenze dirette, in quanto, per altre vicende la Ricchiuti è stata sfiduciata e non ricopre già più l’incarico di sindaco, non mancherà di infiammare ancora di più questi ultimi scampoli di campagna elettorale . Domenica si vota, infatti, per il rinnovo anche del consiglio comunale di Novi Velia e la Ricchiuti, che non si ripresenta per la carica di primo cittadino, è comunque in lista con il dottore Angelo Giordano, che sfiderà per la carica l’ ex mentore e ora principale avversario della consigliera, Adriano De Vita e l’infermiere Giancarlo De Vita. La decisione della Cassazione non avrà ripercussioni sul futuro della Ricchiuti perché l’incompatibilità non riguarda il suo possibile ruolo di consigliere comunale. Tutto in realtà si è giocato proprio sulla carica di sindaco. La vicenda era iniziata subito dopo le precedenti elezioni, quando la consigliera di minoranza Pina Speranza e alcuni cittadini avevano presentato denuncia sull’incompatibilità. Il ricorso era stato rigettato sia dal Tribunale di Vallo che dalla Corte d’Appello di Salerno . Ora la Cassazione ha invece accolto la tesi del loro avvocato Marcello Feola. Poiché era in discussione il ruolo di sindaco della Ricchiuti, ruolo disciplinato dalla legge statale che ravvede delle incompatibilità con alcune cariche come quella di consigliere regionale indipendentemente dal numero di abitanti del Comune, è a questa legge che la Suprema Corte ha guardato per la sua decisione, e non a quella della Regione Campania che disciplina il ruolo di consigliere regionale introducendo per le incompatibilità distinzioni in base alla popolazione dei Comuni in questione. Di qui la decisione della Cassazione che ha condannato anche la Ricchiuti al pagamento delle spese processuali dei tre gradi di giudizio.
Daria Scarpitta