“Per essere un carcere, qui si sta bene”. Così scriveva un detenuto saprese recluso nell’ex istituto penitenziario di Sala Consilina al sindaco della cittadina in una missiva protocollata il 12 novembre 2015, ad una settimana dalla chiusura della struttura e dal trasferimento dei detenuti. La lettera è ora nelle mani del primo cittadino Cavallone ed è entrata a far parte della corposa documentazione che l’amministrazione sta approntando in vista dell’appuntamento del prossimo 30 luglio con i rappresentanti del Ministero della Giustizia e del Dap, un appuntamento decisivo per le sorti del penitenziario. La lettera, spontanea e anche colorita, invita il sindaco Cavallone e i politici del territorio a fare il possibile per salvare la struttura . “Rendiamoci conto-si legge-che ci stanno togliendo tutto nella nostra zona. Credo che noi tutti non dovremmo permettere tutto questo. Ci stanno portando via tutto anche la dignità. Io già l’ho persa, ma ho recuperato. Cercate di farlo anche voi insieme a noi, noi dal carcere e voi da fuori, pensiamo il nostro territorio che fine farà, è ora di tirare fuori le cosiddette palle, quello che finora non abbiamo fatto…il carcere deve restare aperto.” Le condizioni buone di vita all’interno del carcere sono una delle condizioni da portare all’attenzione del Ministero della Giustizia, assieme alle contraddizioni della riforma e ai diritti calpestati del detenuti.
daria scarpitta