Rifiutava il cibo da diversi giorni e pare che fosse caduto in una profonda depressone. Gabriele Milito, il ragioniere di 75 anni accusato dell’omicidio della moglie Antonietta Ciancio, è morto durante il suo ricovero nell’ospedale di Paola. L’uomo si trovava in Calabria perché era rinchiuso nel carcere di Paola dopo aver evaso i domiciliari dalla casa di Praia a Mare, in provincia di Cosenza, che aveva preso in affitto non avendone una a disposizione a Sapri. Quella in cui viveva insieme alla moglie , dal giorno della tragedia, è sotto sequestro e quella di Tortorella non è stata ritenuta dalla Giustizia adeguata, per la sua posizione periferica, ad accogliere un anziano con diversi problemi di salute come Gabriele. Per questo la sua vita è finita a Paola. Pare, ma è solo un’ipotesi, che la giustizia calabrese sia intenzionata a disporre l’autopsia. Fino all’ultimo Milito ha sostenuto che il colpo dalla pistola omicida sia partito accidentalmente ma la Procura di Lagonegro non ha mai creduto a questa tesi e fin dall’inizio dell’indagine l’ha accusato di omicidio volontario. Il drammatico episodio si è consumato all’alba dello scorso 29 maggio nella casa dei coniugi che affaccia sul centralissimo corso Garibaldi di Sapri. Antonietta, 68 anni e docente in pensione, è morta inseguito ad un colpo di pistola alla nuca, sparato mentre dormiva. L’arma era regolarmente detenuta. Il cadavere è stato rinvenuto dopo alcuni giorni dall’omicidio. Giornate che Milito ha trascorso vagando tra Sapri e le campagne di Rivello dove è stato ritrovato appena scattate le ricerche. Le indagini sull’omicidio Ciancio non erano terminate e l’appartamento è ancora sotto sequestro. Dopo la morte dell’omicida è probabile che il caso venga chiuso. Milito aveva due figli avuti da un precedente matrimonio ma nessuno dei due pare avesse rapporti con il padre, perché quest’ultimo da tempo aveva preso le distanze da loro.
ANTONIETTA NICODEMO