Una lettera aperta accorata che ripercorre con amarezza i tristi giorni della chiusura dell’ex tribunale e continua a chiedere a gran voce giustizia e riforme, quelle vere però. Risponde così l’ex primo cittadino di Sala Consilina Gaetano Ferrari all’assoluzione arrivatagli per interruzione di pubblico servizio dopo che nel 2013 si rifiutò di consegnare le chiavi del palazzo di giustizia a trasloco in corso. “Cinque anni fa, – scrive- a Sala Consilina si viveva uno dei giorni più drammatici della sua storia con la chiusura del Tribunale. Abbandonato da tutte le istituzioni, da Sindaco ho dovuto subire, insieme alla mia collettività, l’arroganza del potere e l’umiliazione di essere trattato come un delinquente.” Tempi duri che hanno segnato la vita personale e pubblica di Ferrari. “ Quel giorno – scrive ancora l’ex sindaco- per me ha rappresentato la fine dello Stato di diritto e della mia vita politica.” Poi anche il rinvio a giudizio “ perché non mi sono piegato e ho cercato di difendere il mio territorio- spiega Ferrari, lasciato solo, racconta oggi, nella lotta ma anche nella vicenda giudiziaria. “ In questi anni, in piena solitudine, ho dovuto subire tante accuse false e offensive e i vari tentativi di un ritorno alla normalità come se niente fosse successo.Da un lato continui insulti da chi non sa nemmeno di cosa si parla e dall’altro sono stati organizzati premi, presentazioni di libri, conferimenti di onorificenze, passerelle a manifestazioni, dimenticandosi completamente di come eravamo stati trattati in quei giorni, di come c’era stata negata una proroga, di come erano stati spogliati i locali del vecchio tribunale e del mio rinvio al giudizio, che era una chiara intimidazione rivolta anche a tutti gli altri sindaci.” Ferrari ha però ancora fiducia nella giustizia e prende la palla al balzo dell’assoluzione per un ultimo accorato appello al Ministro della Giustizia, agli esponenti politici dei vari schieramenti , ai sindaci, agli Ordini e ai Comitati perché si cancelli quella riforma “ Le persone intelligenti – conclude l’ex primo cittadino- si rendono conto quando una cosa è sbagliata e non hanno difficoltà a fare un passo indietro. Se tutti ci crediamo e spingiamo affinchè questo avvenga, faremo un grande servizio al nostro paese, ottenendo finalmente una vera riforma del sistema giudiziario italiano.”
Daria Scarpitta