L’omicidio Vassallo non ha a che fare con la criminalità organizzata, non è un omicidio di mafia o di camorra. Le parole dell’ex procuratore Antimafia Franco Roberti ieri a Palinuro per presentare il suo libro hanno aperto nuovi scenari su di un caso, quello dell’ssassinio del sindaco di Pollica, che dopo otto anni non ha ancora un colpevole. All’indomani del delitto si parlò subito dell’ombra lunga degli interessi dei clan tra affari edilizi e droga in un paradiso come Pollica, un quadro scuro che non mancò di essere preso e alimentato a livello nazionale dove il Cilento non è distinto da Napoli, dove Campania, tutta è camorra. Le poche voci che provarono ad opporsi a questi ritratti vennero zittite. Ora è Roberti ad affermare quello che forse in tanti già sapevano e a lanciare accuse che già si erano sentite dire, dal fratello Dario vassallo ad esempio. “Nelle indagini non abbiamo avuto alcuna collaborazione dal territorio – ha detto Roberti a Palinuro- Quando abbiamo preso il caso in mano ci siamo trovati di fronte ad un muro di omertà, non solo da parte dei cittadini ma anche dalle forze dell’ordine territoriali” . E ancora: “ Nelle indagini per far luce su un delitto sono fondamentali le prime ore per identificare il colpevole. poi la verità si allontana. Nell’omicidio vassallo proprio nei primi giorni si è perso tempo, ci sono stati degli errori territoriali, a livello di indagini si poteva fare di più. Quando abbiamo preso in mano noi il caso era troppo tardi”. Parole forti che arrivano, però soltanto ora, dopo che da tempo c’è chi aveva denunciato questo identico clima di omertà e ostruzionismo, senza però nessun riscontro ufficiale, anzi spesso contro tutti. Dario Vassallo, dopo le parole di Roberti, sui social replica: “Noi vogliamo la verità, anche giuridica e non è certo quella del Consiglio Superiore della Magistratura o quella di un manipolo di carabinieri che mi hanno querelato 5 volte. La Verità è quella del Popolo.” e, poi, condivide una frase: “ Per me l’omertà è sinonimo di complicità”. Ma le parole di Roberti potrebbero davvero smuovere le acque e orientare questa volta meglio le indagini, non alla caccia di fantasmi ma di moventi concreti. L’ex procuratore Antimafia ha chiarito che l’omicidio potrebbe essere collegato a qualche questione territoriale, anche ad un investimento locale non condiviso da Angelo Vassallo. Questa pista, unita alla decisione di un magistrato come Ingroia, che proprio in questi giorni ha annunciato di non voler rassegnarsi all’ingiustizia e di voler investigare da solo sul caso, invitando chi sa a parlare con lui, potrebbero dare una svolta alle indagini e consentire di trovare finalmente un nome e una storia dietro a quel terribile omicidio.
Daria Scarpitta