Pericolo tsunami sulle coste campane. I senatori del M5Stelle Castiello ed Ortolani hanno approntato un’interrogazione per richiamare l’attenzione del Governo su questo problema fino ad ora trascurato ma che può mettere in pericolo i numerosi cittadini che vivono a ridosso della fascia costiera, particolarmente abitata soprattutto nel periodo estivo. Nel documento i due esponenti politici chiedono “quali iniziative attuabili sul territorio, anche di tipo sperimentale, i ministri intendano assumere, oltre a studi e ricerche, al fine di procedere ad una valutazione della sicurezza della fascia costiera urbanizzata e antropizzata, in termini di pericolosità e rischio potenziale da tsunami.” Nel testo si evidenzia come il pericolo dei maremoti in Campania non sia poi così surreale ed infatti si fa riferimento ad uno studio scientifico relativo agli effetti dello tsunami del 2002 innescato da una frana su un versante dello Stromboli. Ortolani, a commento dell’interrogazione, riporta su fb una ricostruzione del punto in cui sono arrivate le acque a Marina di Camerota in quell’occasione e mostra, sovrapponendo una foto satellitare del 2011, cosa sarebbe accaduto qualora lo tsunami fosse avvenuto in piena estate con le spiagge della località cilentana sovraffollate. “Ho evidenziato l’impatto di un piccolo tsunami recente – spiega Ortolani su fb- per dare concretezza alle mie considerazioni. Il problema tsunami esiste. E’ necessaria prima di tutto una adeguata azione di informazione nelle scuole e presso le associazioni di cittadini. Tutti devono sapere che se vedono un improvviso ritiro del mare devono immediatamente raggiungere l’entroterra in posizione il più in alto possibile. Interventi pilota vanno progettati e realizzati in spiagge significative. E poi vanno utilizzati i dati raccolti con le ricerche scientifiche al fine di mettere a punto un valido sistema di allarme precoce che sia conosciuto sul territorio.” Di qui la conclusione inserita nell’interrogazione con il riferimento preciso al Cilento minacciato anche dal Marsili e da tutte le scarpate instabili che contornano le coste tirreniche. “ E’ socialmente doverosa una istituzionale valutazione sia in considerazione dei rilevanti, ultimi fenomeni eruttivi dei vulcani appartenenti all’arco insulare eoliano (Stromboli) che, soprattutto, in virtù della diffusa antropizzazione dei territori rivieraschi, facilmente inondabili in quanto – per la maggior parte – ubicati a quote di pochi metri al di sopra del livello medio marino, quali, ad esempio, nel Cilento: Paestum, Agropoli, Casal Velino, Velia, Ascea Marina, Scario, Policastro, Capitello, Villammare, Sapri, e in Basilicata Maratea, in Calabria Marina di Tortora, Praia a Mare, Scalea etc.”
DARIA SCARPITTA