Da 18 giorni è in ospedale in attesa di degna sepoltura. E’ la storia di povertà e solitudine di una 74enne polacca deceduta per malattia all’Immacolata di Sapri. La donna è morta lo scorso 7 marzo, sola, senza familiari che potessero prendersi cura del suo corpo e senza aver lasciato disposizioni né soldi per il proprio funerale. Da allora si trova in una cella frigorifero dell’obitorio. Ad intervenire di solito nella sepoltura delle persone indigenti sono i Comuni dove è avvenuto il decesso per consentirne l’inumazione, anche per scongiurare complicazioni igienico-sanitarie. Ma, nonostante siano passati 18 giorni in questo caso, il Comune di Sapri non ha ancora provveduto alla sepoltura ed i motivi restano un rebus. Pare, però, che dopo che sia stato seguito l’iter necessario per ricercare eventuali parenti della donna, il Comune la scorsa settimana abbia affidato ad una impresa funebre del posto, già in passato convenzionata con l’Ente, l’incarico di occuparsi del funerale in urgenza. A distanza, di poche ore dall’intervento della società che avrebbe già messo in essere alcuni servizi, tuttavia, il Comune avrebbe poi sospeso il tutto per avviare una ricognizione tra le pompe funebri alla ricerca dell’offerta più vantaggiosa. Una situazione che rischia, tra l’altro, di dilatare ancora di più i tempi per la sepoltura della donna, il cui corpo continua a giacere nella cella frigorifera dell’ospedale di Sapri. La vicenda ha colpito per la sua drammaticità la popolazione del Golfo di Policastro, già in passato addolorata per altre salme di persone indigenti o addirittura rimaste senza nome, e ora commossa di fronte alla storia di questa donna, la cui vita è finita quaggiù, lontana dal suo Paese e dai suoi affetti, e per cui il momento del riposo non sembra ancora essere giunto.
Daria Scarpitta