Non si fermano gli interrogativi attorno all’uccisione di alcuni bovini sul Monte Cervati. Il video che li mostra sgozzati e sanguinanti a terra in diversi punti di un’area boscata ha suscitato ribrezzo, perplessità e indignazione, tanto più che si era temuto in un primo momentoqualche raid. Nessun mistero,invece, secondo gli enti competenti, ma solo un’operazione di polizia sanitaria coordinata dal Comitato della Sicurezza Pubblica della Prefettura di Salerno e messa in campo da personale dell’Asl di Salerno con il sostegno dei Carabinieri Forestali per catturare e abbattere alcuni capi di allevamenti allo stato brado, gestiti in maniera illegale. Si è trattato, secondo quanto ha spiegato il Dirigente dell’Unità Operativa Dipartimentale Prevenzione Sanità Pubblica Veterinaria della Regione Campania, dott. Paolo Sarnelli, di capi di un intervento su capi di bestiame appartenenti ad allevatori che non rispettavano le norme sanitarie, non sottoponevano cioè gli animali ai necessari controlli per malattie come brucellosi e tubercolosi , trasmissibili anche , e in più utilizzavano il territorio a uso e consumo proprio, per avere una sorta di monopolio su alcune zone di Sanza a discapito di altri allevatori della zona. I capi dunque, sarebbero stati abbattuti perché considerati rischiosi per la salute delle persone e per la diffusione di malattie ad altri allevamenti locali e non si sarebbe proceduto prima alla loro cattura e al controllo, che pure si erano tentati attraverso la teleanestesia, a causa del carattere selvatico degli animali e della difficoltà orografica della zona. Sono entrati in azione dunque i selettori. Tuttavia, la presenza delle carcasse sparse sul monte, con strani segni addosso e la gola tagliata non ha estinto le perplessità di chi si è chiesto se fosse prassi l’abbattimento in quelle condizioni e il mantenimento delle carcasse sul posto, se non fossero necessarie precauzioni in vista proprio dell’operazione, nonostante a quanto pare vigesse il segreto militare. Anche in questo caso il dottor Sarnelli ha specificato che la permanenza dei bovini si è resa necessaria viste le difficoltà delle operazioni di recupero dei capi, una volta abbattuti, in una zona impervia come il Cervati e ha assicurato che tali azioni si concludono comunque solitamente nel giro di 24 ore, come in questo caso. Quanto ai tagli sulla gola e ai segni rinvenuti sui bovini, Sarnelli ha specificato che si è trattato di atti di vandalismo compiuti post mortem da ignoti durante la notte come forma di minaccia su chi li aveva abbattuti. In quelle ore ignoti hanno sparato anche ad un cavallo di un altro allevatore, poi salvato, evidentemente come forma di rivendicazione contro la concorrenza. Insomma l’operazione portata a termine, hanno detto gli enti competenti, è stata importante anche dal punto di vista del ripristino della legalità. Intanto da quest’oggi e fino a venerdì vige l’ordinanza del sindaco di Sanza che vieta il transito verso il Cervati a veicoli e pedoni.
Daria Scarpitta