I Comuni associati da dieci anni non pagano più le quote e il Centro Sportivo meridionale di San Rufo, braccio alternativo del vecchio CoRisa3, rischia di chiudere i battenti per sempre e di vedere lasciati all’incuria e il degrado, la sua piscina, i suoi campi da tennis e calcio, la pista di atletica, l’area attrezzi e quella fitness. Lunedì il Cda del Consorzio, presieduto da Vittorio Esposito, ha proposto e fatto votare all’assemblea la procedura di messa in liquidazione del Centro Sportivo di San Rufo. “ Se i Comuni non versano il dovuto io entro gennaio chiudo la piscina.” dice oggi il presidente “ perché non possiamo pagare più”. E le cifre fornite parlano chiaro. Il Consorzio vanta crediti non riscossi e bloccati per oltre due milioni e 800 mila euro. Di questi gli spiccioli sono dovuti da Provincia, Regione e debitori vari, ma il grosso cioè circa 2milioni e 300mila euro sono crediti che i consorziati devono versare, visto che nel corso di un decennio, cioè a partire dal 2008, il gettito da parte di questi Enti è progressivamente diminuito scendendo al 14% del 2018. Sono infatti solo tre i Comuni che continuano a versare le quote associative, Polla, San Pietro al Tanagro e Caggiano e non sono neppure quelli con le cifre minori da sborsare. Polla, infatti, con le sue 100 quote è uno dei Comuni che paga di più. Ha fatto il ripiano di oltre 500mila euro e versa 12 mila euro al mese. Ma non basta perché gli altri 9 Comuni e la Comunità Montana sono latitanti da tempo sul fronte dei pagamenti e in alcuni casi hanno avviato anche dei contenziosi con il Consorzio che giungeranno a sentenza probabilmente tra anni, mentre il centro sportivo non può perdere tempo. Le stime infatti prevedono che le casse del Centro per il 2020 saranno in perdita ( differenza tra entrate e spese) di 400 mila euro se cesserà la gestione sportiva, e di oltre 600 mila euro se invece la si continuerà. Di qui la proposta di Esposito votata dall’Assemblea. Ora bisognerà attendere che nei prossimi 30 giorni venga approvata dalle assise cittadina dei enti associati. Il Centro Sportivo Meridionale, dunque, nato come orgogliosa occasione di rilancio di questa terra e di investimento economico, diventato spina onerosa, sta per trasformarsi in un complesso fantasma, l’ennesimo fallimento di un territorio che arranca perdendo anziché accrescendo i servizi offerti.
Daria Scarpitta