Cento mila metri quadri di rifiuti stoccati e smaltiti illegalmente a due passi dal fiume Mingardo e in un’area del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Su disposizione del Gip del Tribunale di Vallo della Lucania l’ufficio circondariale marittimo ha posto sotto sequestro a Palinuro uno stabilimento industriale di 24 mila metri quadri. Il titolare e i soci della ditta sono finiti sotto inchiesta per l’ipotesi di reato di concorso di violazioni ai sensi del testo unico ambientale. I sigilli sono stati apposti dopo una serie di accertamenti eseguiti dagli uomini della locale Capitaneria di porto diretti dal Capitano Federica del Re, coadiuvati dal personale Arpac. Secondo gli inquirenti lo stabilimento aveva le autorizzazioni per ricevere i rifiuti provenienti dall’attività di demolizione, costruzione e scavi ma era priva dei permessi necessari per la frantumazione e la gestione dei rifiuti. Inoltre è stato accertato che l’attività industriale veniva svolta senza alcuna precauzione a tutela dell’ambiente e della salute pubblica con il rischio, quindi , di contaminare il nudo terreno e l’adiacente fiume Mingardo. Il caso è ora in mano alla Giustizia che dovrà individuare gli eventuali responsabili dell’illecità attività . Un sequestro che arriva a pochi giorni dall’altra operazione portata a termine dalla Guardia Costiera nell’ambito dell’attività investigativa a protezione dell’ambiente. A Pisciotta nei giorni scorsi hanno scoperto un frantoio oleario non a norma . Scaricava gli scarti prodotti dalla attività di molitura in maniera difforme da quanto previsto dalla normativa.Finimano in terreni limitrofi creando zone paludose. Il tutto a poca distanza da un canale di scolo che conduce direttamente a mare.
antonietta nicodemo